Da Offida a Capaccio Paestum
tra buona cucina e viste mozzafiato

Da Offida a Capaccio Paestum tra buona cucina e viste mozzafiato
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Venerdì 22 Dicembre 2017, 13:52
Un tuffo nell’Italia della buona cucina, delle viste mozzafiato e della storia da respirare in un viaggio verso un Sud pieno di storia, arte, cultura e radici antiche mai del tutto dimenticate.


 
1 Il borgo di Offida
Parte dei borghi più belli d’Italia, Offida con il suo centro storico regala emozioni, racchiuso all’interno delle antiche Mura castellane del XII secolo. Sulla piazza principale si affaccia il Palazzo Comunale, un elegante edificio risalente ai secoli XI-XII che ancora oggi rappresenta il cuore della vita amministrativa di Offida. All’interno del palazzo comunale si trova il teatro serpente aureo, di origine barocca con schema a “ferro di cavallo”. Da vedere anche la chiesa collegiata, che ospita all’interno della cripta la ricostruzione della grotta di Lourdes e la chiesa di S. Agostino, con l’annessa Cappella del Miracolo Eucaristico. Importante vedere anche il polo museale di Palazzo de Castellotti che ospita il museo delle traduzioni popolari, la pinacoteca civica, il museo archeologico e quello dedicato al merletto. Il merletto infatti è una tradizione che si tramanda da almeno cinque secoli da madre in figlia. Già nel 1600 il merletto offidano era famoso per la ricercatezza e per la qualità. Ora Lazio, verso Castel di Tora. 170 km.
 
2 Castel di Tora
Castel di Tora si affaccia sul lago artificiale del Turano, dove nei giorni più sereni si può anche arrivare ad ammirare il “cupole” San Pietro in Roma. Risale all’XI secolo la torre poligonale della fortezza, costruita su una roccia a strapiombo, mentre sono di epoca più tarda (XV secolo) le torrette di via Turano e di via Cenci (incorporata, questa, in un’abitazione) che costituiscono i resti dell’antica cinta muraria. Ancora sono visibili in via Umberto I tronconi di colonne romane e fregi e iscrizioni latine sui muri perimetrali della chiesa. Ancora visibili i portali antichi, le caratteristiche viuzze con archi, scalinate, passaggi, e le grotte e le cantine scavate nella roccia. Verso Pico, 130 km.

3 Le terre dei Volsci
Pico Sorta sulle ultime terre dei Volsci, originariamente rifugio di pastori, Pico si affaccia alla pianura del Liri: è circondata da colline immerse in una natura ricca di boschi e pascoli, mentre vite ed ulivo costituiscono le colture più diffuse. Non è del tutto chiara l’etimologia del suo nome attuale: tra le varie teorie la più accreditata lo fa derivare da Pico, figlio di Saturno, al quale i Prischi, antichi abitatori del luogo, qui avrebbero innalzato un’ara. Notevoli i resti del suo poderoso sistema difensivo, il quale, ancora oggi, dall’alto dell’abitato, domina la vallata e le colline circostanti. Appena entrati nel centro storico, avviandosi verso il Castello e l’annesso giardino, è possibile visitare la Chiesa di Santa Marina del 1000; attraverso via Landolfi ci si può dirigere verso la Chiesa di Sant’Antonino incontrando a poca distanza Casa Landolfi e il suo giardino. Da vedere anche il Parco Letterario Tommaso Landolfi. 160 km verso Salerno.


 
4 Salerno e il suo castello
Subito da vedere il simbolo di Salerno: il castello Arechi. Costruito in età tardo romana o bizantina, che divenne il cardine del sistema difensivo triangolare della città con il principe longobardo Arechi II, da cui prende il nome, che trasferì la corte del principato di Benevento a Salerno. Successivamente ampliato e fortificato, il maniero non fu mai espugnato. Ospita un museo, delle attività ricettive e congressuali ed è punto di snodo per percorsi naturalistici e sentieri attrezzati.  La cattedrale venne costruita in stile romanico nell’XI secolo, ed il campanile, di grande valore storico ed artistico, è un’importante testimonianza della fusione arabo-normanna del periodo. Su di esso trovano posto otto campane. Di grande valore artistico è la cripta che custodisce le spoglie mortali di San Matteo. Non può mancare poi una passeggiata sul lungomare Trieste. Ultima tappa, 50 km.
 
5 Arrivo a Capaccio Paestum
Capaccio Paestum non solo la magnifica Paestum, ma anche il Tempio di Hera Argiva. antico santuario della Magna Grecia dedicato alla dea Era, situato in origine alla foce del fiume Sele, a circa 9 km dalla città di Paestum. L’esistenza del santuario è testimoniata da fonti storiche che, per lungo tempo, sono rimaste prive di alcun riscontro. Strabone (geografo e storico greco antico) ne attribuisce la fondazione a Giasone durante la spedizione degli Argonauti. C’è poi la necropoli del Gaudo scoperta casuale avvenuta nel 1944, durante la costruzione di una pista d’atterraggio da parte degli alleati anglo-americani, presenti in zona dopo lo sbarco a Salerno. Posta a circa un chilometro da Paestum la necropoli venuta alla luce si estende per un’area di circa 2000 metri quadrati, in cui sono state rinvenute 34 tombe.
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