Prete indagato per abusi sessuali, si attiva la procura elvetica: «Disponibili a collaborare»

Prete indagato per abusi sessuali, si attiva la procura elvetica: «Disponibili a collaborare». Nella foto la villetta di Sant'Angelo in Vado dove sarebbe avvenuto il reato posta sotto sequestro
Prete indagato per abusi sessuali, si attiva la procura elvetica: «Disponibili a collaborare». Nella foto la villetta di Sant'Angelo in Vado dove sarebbe avvenuto il reato posta sotto sequestro
di Véronique Angeletti e Eugenio Gulini
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Sabato 20 Aprile 2024, 04:10 - Ultimo aggiornamento: 15:16

URBINO  Dalla Procura di Urbino e da Sant’Angelo in Vado il silenzio sulla vicenda che trova coinvolto ed indagato di violenza sessuale aggravata su un minore don Roberto ‘Bob’ Pellizzari, prete di Le Locle, cittadina nel Canton Neuchâtel, in Svizzera, è tombale. «Riserbo assoluto», continuano a rimarcare presso il Tribunale ducale mentre nella cittadina vadese, il sindaco Stefano Parri, invitato a commentare su quello che è stato definito il ‘giallo di primavera’ si limita solo a rimarcare che «è già stato detto molto. Aspettiamo l’esito delle indagini». 

Il vescovado di Losanna

Improntata alla pacatezza la posizione del vescovado di Losanna, Ginevra e Friburgo competente sul Canton Neuchâtel: «Rispettiamo l’anonimato di qualsiasi persona oggetto di un’indagine in corso.

Aggiungiamo anche che nel settembre 2023 – conferma il vescovado al giornalista Nicolas Willemin del giornale elvetico ArcInfo - abbiamo sospeso un sacerdote dal suo ministero. Nel settembre 2023 abbiamo informato anche la Procura di Neuchâtel. Collaboriamo con la giustizia e sappiamo che chiunque sia indagato deve affrontare i suoi problemi».

La Procura di Neuchâtel ha ricevuto dal vescovado di Losanna, Ginevra e Friburgo lo stesso messaggio trasmesso dall’arcivescovado di Urbino che informava il pm della procura dell suddetto svizzero succitato «dei sospetti che gravavano su un sacerdote attualmente domiciliato nel Cantone di Neuchâtel riguardo a reati sessuali in Italia».

Il magistrato di Neuchâtel

«Non potendo decidere sull’opportunità di aprire un’indagine penale su questi fatti – scrive a fine 2023 il procuratore generale di Neuchâtel Pierre Aubert ad ArcInfo, giornale elvetico - ho chiesto ulteriori informazioni alle autorità ecclesiastiche italiane le quali mi hanno comunicato di aver aperto un procedimento interno alla chiesa, secondo quanto previsto dal diritto canonico, precisando che la presunta vittima e la sua famiglia non avevano ancora sporto denuncia alle autorità civili. Ho quindi contattato le autorità giudiziarie italiane che presumevo competenti a occuparsi della vicenda, le quali mi hanno risposto che era stato aperto un procedimento penale (il 1363/2023 ndr), davanti ad un altro pubblico ministero italiano. Pertanto, ho informato il pm che la Procura di Neuchâtel era a sua disposizione per evadere eventuali richieste per assistenza».

Le voci dei sacerdoti

Nel Canton Neuchâtel, dunque, non è stata quindi avviata alcuna procedura al di là di questi contatti informali. Il giornalista Nicolas Willemin di ArcInfo che ha raccolto le testimonianze della procura e del vescovado racconta di aver sentito dire che «il sacerdote aveva un carattere molto difficile e che alcuni preti non hanno nascosto la difficoltà che avevano di parlare con lui denotando un certo malessere quando stavano con don Pellizzari». 

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