MACERATA - Per nove anni avrebbe costretto la figlia a subire e compiere atti sessuali: 39enne accusato di violenza sessuale. È quanto contestato dal pubblico ministero Rita Barbieri a un uomo che all’epoca dei fatti viveva con la propria famiglia in un comune della costa maceratese. Secondo la Procura infatti, dal 2012 fino al 2021 in più occasioni il genitore, padre anche di altri figli, avrebbe compiuto e fatto compiere atti sessuali alla figlia.
I primi episodi sarebbero avvenuti quando lei era solo una bambina e aveva sei anni.
Ed era stato l’amico a incoraggiarla e a convincerla a raccontare tutto alla madre che, senza pensarci due volte, aveva denunciato il marito. Nel corso delle indagini la minore fu sentita in modalità protetta con la formula dell’incidente probatorio per comprendere se i suoi racconti fossero genuini e il Gip ritenne che sì, era attendibile e capace di testimoniare. Conclusi tutti gli accertamenti del caso il padre fu accusato di violenza sessuale e ieri nei suoi confronti si è celebrata l’udienza preliminare dinanzi al Gup Giovanni Maria Manzoni e al pubblico ministero Francesco Carusi.
La moglie dell’imputato si è costituita parte civile per sé e per la figlia che è ancora minorenne con l’avvocato Alessia Marzoli. Il difensore dell’imputato, l’avvocato Francesco Governatori, ha manifestato l’intenzione di richiedere il rito abbreviato e il giudice ha rinviato l’udienza al prossimo 29 maggio. L’imputato rigetta con forza gli addebiti, nella prossima udienza potrà dunque definire la propria posizione con il rito alternativo che in caso di condanna gli consentirebbe di ottenere uno sconto di pena.