Nelle Marche è stato l'ottobre (e l'anno) più caldo che si ricordi dal 1961

Nelle Marche è stato l'ottobre (e l'anno) più caldo che di ricordi dal 1961
Nelle Marche è stato l'ottobre (e l'anno) più caldo che di ricordi dal 1961
di Lorenzo Sconocchini
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Domenica 12 Novembre 2023, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 19:24

ANCONA - Altro che estate di San Martino, qui la bella stagione s’è allungata fino a tutto ottobre e solo in questi ultimi giorni, con le temperature tornate su valori autunnali, abbiamo cominciato ad accendere i termosifoni. Già a fine ottobre eravamo in netto vantaggio, ma con i dati di questo scorcio di novembre (quasi 5 gradi sopra la media dell’ultimo trentennio) il 2023 si avvia a diventare - salvo decise inversioni di tendenza - l’anno più caldo della serie storica che parte dal 1961, da quando cioè sono disponibili i dati statistici.

È quanto emerge dall’ultima analisi dedicata dal servizio Agrometeo dell’agenzia regionale Amap all’andamento climatico nelle Marche, relativa al mese di ottobre.


L’estate rovente

Superata l’ennesima stagione estiva più calda della media, fanno notare Danilo Tognetti e Stefano Leonesi, gli esperti che hanno curato il report, a settembre e ottobre i valori termici hanno continuato su livelli elevati.

La persistenza sul Mediterraneo di condizioni di alta pressione dalla matrice subtropicale ha causato anomalie termiche che per le Marche sono state molto alte: +2,5°C rispetto alla serie 1991-2020 a settembre, mese in cui la temperatura media ha raggiunto 21,3°C, e addirittura +4,6°C a ottobre, quando la media regionale è stata di 19,1°C, appena un paio di gradi sotto quella di giugno.

Le annate record

«Quello del 2023 - fanno notare i meteorologi dell’Amap - è stato il più caldo mese di ottobre per le Marche dal 1961. Il valore di settembre è inferiore solo ai mesi di settembre 1987 e 2011». Ad oggi, con i dati fino al 31 ottobre, il 2023 risulta più caldo del 2022 che l’Amap ricorda essere «l’anno più caldo per le Marche dal 1961».
Insieme al caldo, è tornato un fenomeno che nella prima metà del 2023 sembrava dimenticato, quello della carenza idrica, perché da luglio la nostra regione è stata interessata da frequenti condizioni di caldo e siccità. «Se questo può essere considerato normale nel corso della stagione estiva, ciò risulta anomalo - scrive l’Amap - in un contesto autunnale, quando le piogge dovrebbero iniziare quella fase di ricarica delle riserve idriche tipica del semestre più freddo». Dopo le eccezionali piogge di maggio e giugno, esclusi gli episodi intensi di inizio agosto, il periodo luglio-ottobre è stato caratterizzato da precipitazioni inferiori alla norma, provocando segni di siccità sul territorio regionale.
Nel bimestre settembre-ottobre solitamente nelle Marche cade in media un totale di precipitazioni pari a 165 mm, mentre quest’anno i mm totali di pioggia sono stati 59, con un deficit del 64% rispetto alla media 1991-2020. «Se consideriamo il periodo luglio-ottobre, il totale di pioggia è di 137 mm pari ad un -46% - scrivono i meteorologi dell’Amap -. La prestazione peggiore è stata quella di ottobre con appena 21 mm di media regionale, con un’anomalia del -73%. Il totale medio di settembre è stato invece di 37 mm, il 55% in meno della media». 

Piogge rare

I giorni di pioggia sono stati rarissimi: appena 5 sia a settembre che a ottobre. Le province che hanno sofferto di più sono state Pesaro-Urbino (-58% nel periodo luglio-ottobre, -74% in settembre-ottobre) e Ascoli-Fermo (-51% luglio-ottobre, -63% settembre-ottobre). Gli esperti del Centro Agrometeo di Amap si affidano a un indice - l’SPI-3 (Standardized Precipitation Index a 3 mesi)calcolato in base alle precipitazioni mensili, per quantificare eventuali stati di siccità o umidità stagionali, su una scala di valori che va da -2 (estremamente siccitoso) a 2 (estremamente umido). 
Per le Marche questo indice «evidenzia uno stato di siccità accentuato con il valore di ottobre sceso nella classe di severa siccità», mentre «non si intravedono al momento segni di siccità nel medio-lungo periodo con gli indici a 6 e 12 mesi, posizionati nella classe di normalità da settembre, provenienti dalle classi di umidità raggiunte dopo le piogge di maggio-giugno».

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