Il meteorologo Tognetti: «Riparati da eventi estremi, ma con l'agricoltura in crisi»

Il meteorologo Tognetti: «Riparati da eventi estremi, ma con l'agricoltura in crisi»
Il meteorologo Tognetti: «Riparati da eventi estremi, ma con l'agricoltura in crisi»
di Véronique Angeletti
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Domenica 12 Novembre 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 19:24

Il 2023 in generale, non solo il mese di ottobre, si avvia a essere l’anno più caldo nelle Marche dal 1961.
Danilo Tognetti, meteorologo dell’agenzia regionale Amap, ma ci saranno ancora gli autunni di una volta?
 
«L’autunno è una delle stagioni in cui il trend è meno definito e, quindi, non è un valido testimone, come lo sono l’estate e l’inverno, di un progressivo innalzamento delle temperature. La stagione non mostra andamenti statisticamente significativi sia per le temperature, sia per le precipitazioni. Ma, guardando ai dati registrati, confermo che le temperature del mese scorso sono state molto al di sopra della media storica come lo è stato settembre».

Quali sono le conseguenze di un autunno che non c’è? 
«Mettono in difficoltà il comparto agricolo.

Le temperature calde favoriscono il perdurare della stagione vegetativa delle specie arboree che non riescono a “prepararsi” per la quiescenza invernale rischiando di subire danni, qualora gli abbassamenti termici dovessero presentarsi in maniera repentina».

E le piogge scarse?
«Inoltre, se le temperature calde sono associate ad un’assenza di precipitazioni, com’è successo per il mese scorso, questo determina una certa siccità superficiale che rallenta l’emergenza delle colture seminate e ostacola le operazioni di preparazione dei letti di semina delle colture autunno vernine, quali i cereali». 

Dal punto di vista meteo cos’è successo? 
«Di solito, in questo periodo, a seguito della discesa di aria umida e fredda dall’Atlantico, si formano dei vortici sul Mediterraneo nei pressi della nostra penisola e le piogge assumono carattere duraturo e regolare così da favorire una prima ricarica delle falde dopo la naturale scarsità estiva. Ma quest’anno ciò non è ancora avvenuto e le perturbazioni provenienti dall’Atlantico sono scivolate velocemente sfumando verso Oriente».

Finora abbiamo avuto fenomeni meno intensi rispetto ad altre regioni.
«Consideri che le Marche, in queste occasioni vengono schermate dall’Appennino e quindi le piogge hanno assunto carattere ben più modesto rispetto a quanto accaduto sul versante tirrenico dove invece i fenomeni hanno assunto carattere a volte molto intenso. Da un lato siamo stati risparmiati ma dall’altro ci sono state delle conseguenze. Delle aree non hanno avuto una goccia di pioggia da diversi mesi».

Le falde non ricaricandosi, preannuncia problemi idrici per il 2024?
«È presto per dirlo, manca oltre un mese alla fine dell’autunno. C’è da vedere se in inverno nevicherà e anticipare scenari catastrofici non è corretto. Ma è vero che, se continua così, il 2023 sarà il più caldo per le Marche degli ultimi sessant’anni». 

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