Annata dura, ma l'olio d'oliva Dop è l'oro verde
delle Marche, la chef Settembri porta in Brasile
le nostre eccellenze. Ecco dove andare a cena

Lunedì 6 Novembre 2023, 09:57 - Ultimo aggiornamento: 09:59 | 3 Minuti di Lettura
Annata dura, ma l'olio d'oliva Dop è l'oro verde delle Marche e la chef Settmbri porta in Brasile le nostre eccellenze. Ecco dove andare a cena

Annata difficile, ma l'iolo d'oliva dop è l'oro vedre delle Marche

La 46esima edizione di “Cartoceto Dop, il Festival – Mostra Mercato dell’Olio e dell’Oliva di Cartoceto” è tornata ad animare l’antico borgo collinare dell’entroterra fanese, ieri e 12 novembre prossimo. Il 2023 non si può certo considerare un buon anno per l’areale di Cartoceto, il cui riconoscimento del marchio di certificazione Dop è stato ottenuto nel 2004 e rimane a tutt’oggi l’unico nell’ambito territoriale delle Marche.

La resa

«Una percentuale di produzione molto bassa quella delle olive quest’anno, ma il problema non riguarda solo Cartoceto», sottolinea Francesco Serafini, consigliere del Consorzio Dop di Cartoceto e produttore. «È un problema che riguarda il centro Italia, Marche, Umbria, Toscana, Lazio, ma in generale tutto il nostro paese e l’Europa». Un fattore che ha colto di sorpresa i produttori, perché non riguarda la siccità o i parassiti, ma una primavera particolarmente fredda in cui le piante hanno rallentato la fioritura che da maggio si è spostata nella prima decade di giugno, proprio quando, tra nebbie e pioggia, la pianta non è riuscita a “legare” e trasformarsi in frutto. «In Spagna - prosegue Serafini - parlano di una produzione pari al 40% e se si considera che la Spagna è 4 volte l’Italia il rapporto è molto chiaro. Occorre quindi iniziare a considerare una serie di fattori per prevenire anche questo tipo di fenomeni e non a caso ci sono state diverse riunioni per il disciplinare della Dop». Una delle considerazioni emerse è quella dell’anticipo della raccolta... «Fino a 30-40 anni fa la raccolta iniziava dalla fine di novembre ai primi di dicembre, adesso iniziamo la prima settimana di ottobre, andando avanti fino a dicembre. Alcuni stanno iniziando anche prima di ottobre. Quello che stiamo riscontrando è che con questo anticipo abbiamo sia una qualità molto alta, anche se le olive non sono completamente mature, sia una produzione di olio più elevata».

La tecnologia

Prevenire è sicuramente meglio che curare: «La tecnologia può venire in nostro aiuto: ad esempio ci sono satelliti in grado di prevedere la mancanza d’acqua. Nel nostro territorio sta aumentando la produzione biologica e questo è un fattore molto positivo per la qualità. Bisogna quindi accettare anche che alcuni insetti sono più difficili da controllare, ma al tempo stesso studiare tecnologie che permettano di farlo. In alcuni paesi stanno già iniziando a ragionare su questo tipo di prevenzione e dobbiamo assolutamente adeguarci». Ora l’altro problema sarà il prezzo e la distribuzione: in un momento in cui tutto aumenta, qualcuno potrebbe pensare che aumentare il costo dell’olio di qualche euro potrebbe essere un capriccio, ma i produttori assicurano che non copre minimamente il danno subito. Per quanto riguarda la distribuzione, di sicuro si potrà contare su minori quantità.

La festa

L’unica nota positiva è che gli ulivi non si sono danneggiati, anzi: paradossalmente questo turn over potrebbe anche aver fatto loro del bene. La fiera dell’oro verde sarà dunque degnamente festeggiata, tra musica, spettacoli, visite agli antichi frantoi e degustazioni, mantenendo viva una cultura agroalimentare sempre più votata alla qualità.

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