Pensionato perde una gamba per colpa delle visite saltate e delle liste d'attesa. Aldo: «Non ero grave. Ora non sono più niente»

di Redazione web
Mercoledì 4 Ottobre 2023, 10:13 | 1 Minuto di Lettura

In attesa della protesi

Il Tribunale per i diritti del malato si è preso cura di Aldo, e dopo l’amputazione è riuscito ad inserirlo in una Rsa. «Non poteva più rimanere da solo in una casa piena di barriere architettoniche». Mara Scagni è la responsabile piemontese di “Cittadinanzattiva”, con una ventina di sportelli in Regione per lanciare una zattera a chi affoga. “Il signor Aldo ha una pensione di circa 600 euro al mese e non può permettersi di pagare nessuna retta. Ma siccome è proprietario di una casa, per la legge non ha diritto all’integrazione pubblica.

Per fortuna all’Asl hanno capito il problema e lo stanno aiutando, però il suo resta un caso limite di malasanità: prima lo hanno curato male, poi non gli hanno fatto i controlli necessari, infine sono stati costretti a tagliargli la gamba, risparmiando pure sull’intervento.

Adesso attende la protesi. «Lo sbaglio lo hanno fatto all’inizio: stavo male, ma per loro non stavo male abbastanza. Hanno perso tempo, e io ho perso la gamba destra».

«Non sono più niente, eppure mi arrangio. Riesco persino a muovermi: ho imparato a saltellare sull’altra gamba».

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