Mauro Riccioni da sindaco gratis a scrittore: «Questa politica non mi piace più»

Mauro Riccioni da sindaco gratis a scrittore: «Questa politica non mi piace più»
Mauro Riccioni da sindaco gratis a scrittore: «Questa politica non mi piace più»
di Maria Teresa Bianciardi
4 Minuti di Lettura
Sabato 21 Ottobre 2023, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 22 Ottobre, 08:21

Mauro Riccioni sono passati esattamente dieci anni da quando è stato eletto sindaco di Gagliole, piccolo borgo nel Maceratese.
«Sembra ieri».

 
E da Gagliole è diventato pietra dello scandalo della politica, rinunciando al compenso per incrementare i servizi ai cittadini.
«È stato naturale pensare di amministrare il paese cercando di migliorare la condizione dei residenti. Non mi sembrava di fare chissà che cosa».
La sua esperienza è diventata anche un libro, intitolato “Sindaco gratis”.
«Ho venduto circa 5mila copie, un successo direi. E ho anche fatto diversi incontri in molte regione italiane, ma mai invitato dalla politica».
Sindaco gratis e scomodo?
«Non so, ma alla fine del mandato ho deciso di mettermi in stand by politicamente parlando».
Perché?
«Avevo 14 anni quando ho iniziato a fare politica, sono andato avanti per 32. Nel tempo la qualità del personale politico è scesa molto in basso in termini di competenze: nella dialettica, poi, sembra vincere chi fa la voce più grossa. Non mi sono sentito più a mio agio».
Pentito?
«No. Piuttosto speravo che qualcosa cambiasse, ma in realtà non vedo movimenti importanti: noto le solite spartizioni di poltrone da manuale Cencelli, nessuna persona giusta al posto giusto per amministrare nel migliore dei modi».
Stiamo parlando a livello nazionale o regionale?
«In generale».
Quando ha lasciato il Comune di Gagliole è tornato alla sua professione di avvocato. Poi?
«Poi ho continuato a scrivere. Ho pubblicato due libri e un terzo è in cantiere».
I titoli fanno riflettere: “Lettera di una bambina in fondo al mare” e “L’intensità di ogni giorno di vita”. Piena attualità.
«Nel primo ho cercato di spiegare in forma romanzata come avvengono i viaggi della speranza, il secondo è più autobiografico e affronto temi più o meno impegnativi». 
Il terzo?
«È ambientato nelle campagne tra San Severino e Cingoli, è la storia d’amore di tra un giovane contadino ed una ragazza analfabeta...»
Spoileriamo anche il suo futuro: sta pensando di tornare in politica?
«Attualmente non vedo uno schieramento che potrebbe fare al caso mio. Forse un movimento civico».
Esistono sindaci lungimiranti in Italia, nelle Marche?
«Da quello che vedo o sono ostaggio dei partiti, oppure non riescono a fare quello che vorrebbero. Spesso i primi cinque anni di governo servono a ripianare i debiti e non è semplice fare progetti che abbiano una grande valenza sociale».
Suvvia, almeno un nome.
«Le dico Mimmo Lucano: è stato un grande sindaco ma ci ha sbattuto il muso».
L’ex sindaco di Riace si è appena visto cancellare una condanna a 13 anni e due mesi: era accusato di essere il promotore di un’associazione a delinquere finalizzata alla gestione illecita dei fondi destinati ai progetti Sprar e Cas. È rimasto solo l’abuso d’ufficio.
«Ha ragione Nordio quando dice che bisogna rivedere il reato di abuso di ufficio. Per i sindaci è una spada di Damocle e basta poco per finirci in mezzo. Una volta dentro si trascorrono anni da incubo che un’assoluzione non potrà mai cancellare».
Un rammarico?
«Non essere riuscito a completare il mio progetto per Gagliole. Mi mancava tanto così. Privandomi del compenso ho potuto rendere gratis i servizi offerti ai cittadini, quelli a domanda individuale eliminando tutte le tasse comunali. Era rimasta solo la Tari per chiudere il cerchio».
Dove avrebbe preso i soldi?
«Eliminando le consulenze si sarebbero potuti risparmiare fino a 300 mila euro. E poi a cosa serve un segretario comunale fisso in un piccolo paese che rischia di costare anche 7mila euro al mese? Meglio una figura da condividere con altre amministrazioni per suddividere pure i costi. Nel tempo noi abbiamo eliminato al Tosap, garantito il sostegno alle rette nelle case di riposo, rese gratuite le mense per materne ed elementari». 
Insomma un paese ideale.
«La città dei balocchi non esiste, ma è possibile arrivare a tagliare le spese inutili per investire i fondi in servizi».
Dunque resterà ancora in stand by in attesa di finire il suo quarto libro, tra un’udienza e l’altra in tribunale.
«Tutto può succedere. Al momento è così, questa second life mi piace e spero che piaccia anche a chi mi legge». Il dubbio, a noi, resta.
 

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