Baby squillo, 8 ragazze nel giro: 6 sono maggiorenni, oltre 50 clienti

Baby squillo, 8 ragazze nel giro: 6 sono maggiorenni, oltre 50 clienti
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Martedì 18 Marzo 2014, 22:00 - Ultimo aggiornamento: 20 Marzo, 10:15
ROMA - Almeno otto ragazze (due minorenni e sei maggiorenni) erano finite nel giro delle prostitute che sarebbe stato gestito dal caporalmaggiore dell'esercito Nunzio Pizzacalla e dal pusher Mirko Ieni. E' quanto emerge dalla chiusura dell'inchiesta, atto che prelude a una richiesta di rinvio a giudizio, nei confronti di otto persone coinvolte a vario titolo nell'indagine su baby squillo ai Parioli.



Non solo, comunque, nel quartiere bene della capitale le ragazze offrivano i loro «servizi» ma anche in hotel e in un appartamento in via di Villa Chigi. Servizi di cui avrebbero usufruito almeno cinquanta persone, ma il numero è destinato a crescere. Decine di altri nomi, riconducibili a utenze telefoniche che hanno contattato nei mesi scorsi quelle delle due studentesse di 14 e 15 anni che si prostituivano in un appartamento ai Parioli, sono attualmente al vaglio del procuratore aggiunto Maria Monteleone e del sostituto Cristiana Macchiusi.



La maggior parte della clientela non sa di essere stata iscritta in questi ultimi due giorni nel registro degli indagati per prostituzione minorile ma può immaginarlo. Non tutti, comunque, saranno interrogati: i magistrati hanno intenzione di sentire soltanto quelli che si presenteranno spontaneamente in procura. La linea difensiva, tanto, è sempre la stessa: «Non sapevo che quelle due ragazze avessero meno di 18 anni».



«Eppure, molti di questi clienti individuati e indagati sono padri di famiglia e genitori di ragazze che hanno la stessa età delle due squillo - spiega chi conosce bene le carte dell'inchiesta -. Quindi, sarà difficile per loro giustificarsi in questa maniera». Al vaglio degli inquirenti anche i contatti e gli scambi avvenuti per via informatica. In corso di identificazione anche i soggetti che attraverso il servizio di messaggistica istantanea Skype hanno ricevuto file pedopornografici cui cui si pubblicizzavano anche le delle fanciulle messe a disposizione principalmente su bakekaincontri.



Contatti intercorsi anche con l'altro indagato, il commercialista Riccardo Sbarra, che per l'accusa avrebbe ceduto questi video anche a un minore di anni 16. Circa duemila i file pedopornografici trovati nel suo computer, uno dei quali ritraeva anche una minore di 14 anni.