La mezzosoprano Giuseppina Piunti: «Balli sfrenati al Charlie e la mia prima tastiera»

La mezzosoprano Giuseppina Piunti: «Balli sfrenati al Charlie e la mia prima tastiera»
La mezzosoprano Giuseppina Piunti: «Balli sfrenati al Charlie e la mia prima tastiera»
di Luigina Pezzoli
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Domenica 25 Febbraio 2024, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 15:13

SAN BENEDETTO - Con una tastiera Bontempi, regalata dai suoi genitori, ha iniziato a suonare le prime canzoni. Oggi Giuseppina Piunti, mezzosoprano, si appresta a festeggiare trent’anni di carriera in cui ha calcato, e continua a farlo, i più prestigiosi teatri d’Italia e del mondo come la Scala di Milano, l’Opera di Roma fino a Tokio e Bilbao.

«Ho iniziato a studiare pianoforte che avevo otto, nove anni. Mia madre, Anna Maria, aveva una passione per il canto che non era condivisa dai suoi genitori, così dovette accantonarla, ma questa passione riemergeva sempre e pensò di incoraggiarmi allo studio della musica regalandomi una tastiera.

Trascorrevo ore a suonarla, cercavo di replicare le musiche che magari avevo ascoltato in chiesa oppure in televisione. E questa cosa non sfuggì ai miei genitori che anzi notarono come mi applicassi istintivamente nel suonare e cantare. Così iniziai a frequentare l’istituto musicale “Giovanni Bozzoni” al Paese alto di San Benedetto, poi divenuto Vivaldi».

Il saggio

Giuseppina Piunti ricorda ancora l’emozione che provava quando iniziò ad esibirsi nei primi saggi di fine anno, alcuni si sono tenuti in una sala dei Padri Sacramentini. «Ogni volta che salgo su un palcoscenico, davanti a una platea, la sensazione che provo è sempre la stessa, quella di un salto nel vuoto. Nonostante lo studio e l’accurata preparazione, nello spettacolo dal vivo tutto può succedere». Tra le sue passioni c’era lo studio delle lingue, tanto che a 13 anni ha fatto la sua prima esperienza estiva di studio in Inghilterra. «Terminate le medie, al momento di scegliere la scuola superiore mi sono trovata davanti ad un bivio: frequentare il liceo linguistico, ma a Teramo, dato che a San Benedetto non c’era ancora, oppure optare per un istituto tecnico per periti aziendali corrispondenti in lingue estere, che si trovava dove oggi c’è la residenza per anziani San Giuseppe. Considerando che tutti i pomeriggi ero impegnata con le lezioni al conservatorio optai per la seconda scelta». Non solo studio ma anche sport.

La discoteca

«Ho sempre amato praticare attività sportiva, soprattutto sciare. Insieme alla mia famiglia facevo parte dello Sci club Montanari di Porto d’Ascoli, le domeniche andavamo a sciare sulle bellissime montagne dei dintorni. Durante i viaggi in autobus si cantavano canzoni come “Vecchio scarpone” o “Quel mazzolin di fiori”, eravamo un bel gruppo». E poi c’era l’amore per la danza moderna. «Era la prima metà degli anni Ottanta quando con amiche e amici abbiamo fondato il gruppo “Bum bum ballet”, creavamo delle coreografie e ballavamo al Charlie, una discoteca che si trovava alla rotonda di Porto d’Ascoli. Invece con Alberto Manini, che poi ha fondato una sua compagnia di musical, una volta realizzammo un balletto ispirato al brano di Michael Jackson, Thriller e come nel video eravamo vestiti da zombie: ci esibimmo alla Palazzina azzurra, era d’estate». A 21 anni si diploma al Conservatorio di Terni, un paio d’anni dopo Giuseppina capì che quella non era la sua strada giusta, lei amava cantare. «Sono stata una figlia fortunata. Quando, dopo tutti quegli anni di pianoforte, dissi a mio padre Quinto che volevo iniziare a studiare canto lui non mi oppose alcun ostacolo. Non è stato facile rimettersi in gioco, ho dovuto iniziare tutto da capo, ma non mi pento di nulla». Il mezzosoprano aveva intrapreso lo studio universitario delle lingue a Macerata «dopo il diploma di pianoforte, mentre mi perfezionavo con la maestra Maria Michelini, lei mi propose di provare a cantare inviandomi, con una lettera di presentazione, ad una sua amica che insegnava al Conservatorio di Pesaro per un’audizione.

Il concorso

Sostenni l’esame di ammissione ed entrai nella classe di canto. Dopo solo qualche mese di studi compresi di aver trovato il mio vero mezzo di espressione. Qualche anno dopo vinsi il mio primo concorso e così iniziai la mia carriera. Recentemente mi occupo con soddisfazione anche di didattica. Mi piace trasmettere ai giovani tutta l’esperienza accumulata in questi anni e così anch’io non smetto mai di studiare».

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