L’assist di Polonara all’emozione Allevi: «Vorrei abbracciarlo». Il cestista di Ancona e l’artista di Ascoli uniti dalla lotta contro il cancro

di Gianluca Murgia
Venerdì 9 Febbraio 2024, 02:20 - Ultimo aggiornamento: 15:09 | 1 Minuto di Lettura
Quando l'anima arriva prima


Le sue parole sono state tagli di Fontana. Secche e all’improvviso durante la leggerezza del Festival. Come quando ha detto che «se il corpo fa male, allora suona con l'anima». Anche Polonara è tornato in campo con l’anima ancora prima che con il corpo. «Quando vedevo i miei compagni che giocavano e vincevano e io, anche se non potevo allenarmi, con l’anima ero con loro. E questa forza di volontà mi ha permesso di tornare prima. Non sono andato sopra il dolore ma sopra alle aspettative. Dovevo tornare ai primi di gennaio, ero già in campo un mese prima. E ora sto sempre meglio». Così diversi, così vicini. Perché la malattia, a volte, «porta dei doni come capire che Io sono quel che sono» come ha raccontato Allevi, prima di togliersi il cappello e liberare gli amati ricci divenuti bianchi. Una catarsi da tradurre così, forse: focalizzarsi nella vita. Lui sul palco, Polonara in campo. Tornando ad apprezzare le piccole cose, anche scontate, come l’alba e il tramonto. «O come svegliarsi di mattina, fare colazione aspettando di andare all’allenamento come se giocassi una partita importante - sorride Polonara - La malattia ti porta a rivedere le piccole cose e da lì trovi l’energia, perché ritorni a vedere la luce dopo il buio».

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