Margot Ovani, da modella di Dior all'Isola dei Famosi: «Ho detto addio a Milano, mi sono sposata e sogno un figlio»

Margot Ovani, da modella di Dior all'Isola dei Famosi: «Ho detto addio a Milano, mi sono sposata e sogno un figlio»
Margot Ovani, da modella di Dior all'Isola dei Famosi: «Ho detto addio a Milano, mi sono sposata e sogno un figlio»
di Gianluca Murgia
5 Minuti di Lettura
Sabato 25 Novembre 2023, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 26 Novembre, 08:25

Per capire il mondo di Margot si deve partire da un’immagine: Isola dei Famosi 2015, edizione storica, quella con Rocco Siffredi, lei che si tuffa dall’elicottero con Cristina Buccino. Margot, che di cognome fa Ovani, è una modella pesarese di origine francese, bellissima, gambe chilometriche, occhi profondi come il mare. E lei cosa fa? Sceglie di indossare sopra al costume una maglietta bianca e affrontare così il televoto. Un controsenso quasi rivoluzionario nella tv dell’apparenza e delle competizione sfrenata.

 
Margot, lo rifarebbe?
«Sulla t-shirt c’era scritto: “Sempre con il sorriso”. Lo rifarei ma con le garanzie che non ho avuto. Dovevo restare almeno una settimana, invece hanno cambiato idea. Se mi avessero dato il tempo avrei fatto vedere chi sono».
Chi è Margot?
«Una ragazza sportiva, tosta, che lotta, un po’ zingara. Volevano una modella internazionale e poi mi hanno criticato per la mia magrezza».
Si è sentita usata?
«Sicuramente non tutelata. Mi piacerebbe rifare l’Isola ma con chiarezza. Ho detto no ad altri reality, mi avevano anche proposto l’edizione francese ma ho declinato».
La sua isola oggi è Pesaro.
«Mi sono sposata e vorrei diventare mamma, il sogno più grande. Ora vivo a Pesaro, avevo bisogno di tornare alle origini, dalla mia famiglia. Milano l’ho amata tanto ma ora è un macello. Tolti alcuni fortunati, tutti gli altri non possono permettersi una città con affitti da 4mila euro».
E suo marito?
«Massi lavora nella pubblicità. È di origine pugliese, bolognese d’adozione e da 12 anni vive a Milano. Ora ama Pesaro. Per i miei è come un figlio».
Ci racconta il giorno delle nozze?
«Eravamo in 28. È stata una festa dell’amore, tutti vesti di bianco, al mare, scalzi, comodi. Non era tanto che parlavamo di matrimonio poi un giorno lui mi ha detto: “Tanto ti sposo, ora mando una mail al Comune”. Era domenica, la Festa della Mamma. Il giorno dopo ci hanno chiamato per le pubblicazioni. Velocissimi a Pesaro. Per la data abbiamo deciso il giorno del suo compleanno, così non se la dimentica. Sicuramente ci sposeremo altre volte, forse già a breve. Intanto siamo in pieno trasloco».
E il lavoro?
«Lavoro con i social, ho fatto selezione di brand, prima li provo su di me per non dare fregature a chi mi segue. Poi faccio servizi fotografici per varie griffe e aiuto mio marito nel suo lavoro».
A 18 anni è partita per Parigi ed è stata subito scelta da John Galliano per Dior. 
«Io venivo dalla normalità di Pesaro è mi è rimasta impressa una cosa: la velocità di guadagno. Da non capirci più nulla».
Ha fatto qualche follia?
«Non mi sono mai montata la testa ma ho fatto mille regali a tutti. Mi fa piace rendere felici le persone. A volte, la cosa più facile sono i regali».
Quando era single erano più quelli che ci provavano o quelli che avevano soggezione della sua bellezza?
«Avevo una fila spietata, tutti molto sfacciati. C’è chi ha fatto follie, biglietti aerei. Ma da quando c’è mio marito si sono tutti ridimensionati, lo faccio capire subito». 
Ci sono stati corteggiatori insistenti?
«A Milano, per un anno, ho avuto uno stalker. Sapeva dove stavo, aveva i miei numeri, diversi profili fake, quando ho capito chi era l’hanno fermato».
Il lavoro di cui va più orgogliosa?
«Una campagna per Pin-up, con la mia fotografia di 10 metri all’aeroporto di Fiumicino. Impressionante. Idem a Londra per Pretty Little Thing. In Colombia c’era una mia gigantografia grande come un palazzo».
Papà giocatore di basket, sua madre Corinne super modella nei primi anni ‘80. Dna chiaro ma quando ha capito che voleva fare la modella?
«All’ultimo anno di liceo avevo voglia di indipendenza totale. Ero alta quasi 180 cm ma troppo muscolosa, facevo nuoto sincronizzato. Così ho smesso di mangiare e allenarmi, in pochi mesi ho perso 30 kg. Mi vedevo sempre più carina e magra, così ho contattato Élite e sono partita per Parigi. Da lì è iniziato tutto, grazie a un’agenzia seria».
Il rovescio delle medaglia è stata l’anoressia con cui ha combattuto per anni. Poi, un giorno, ha detto «basta, tanto le cose non cambiano mai».
«Sì, ho smesso di fare sfilate. Richiedono una magrezza allucinante. Ora sono magra ma non potrei fare sfilate. Purtroppo non è oro tutto quello che luccica. Viaggi, persone, soldi ma dall’altra non devi mangiare: punto. Pago ancora oggi le conseguenze di salute».
Strana la vita, visto che suo padre Edoardo, ex cestista, è anche chef.
«Mio padre ha giocato nella Scavolini. Poi nel 2006 ha mollato tutto ed è andato fare la Coppa America di vela. È sempre stato amante della cucina: sono fierissima di avere il mio cuoco personale e gratuito. Una passione che mi ha trasmesso: adoro far da mangiare, una cucina sana, per gli altri e per me».
A che piatto non può resistere?
«La pizza. Non mangio più carne da anni. Vorrei smettere con il pesce. Ma a Pesaro, città di mare, è complicato».
 

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