ACQUASANTA - Era stato querelato dal vigile urbano che era sentito diffamato da un commento postato sui social network a seguito dei controlli anticovid svolti in pieno lockdown. Il giudice ha però assolto da ogni accusa l’imputato che aveva commentato l’operato dell’agente perchè il fatto non sussiste.
I fatti risalgono alla fine di marzo del 2020.
Poco dopo, l’uomo racconta su Facebook quanto gli è accaduto contestando aspramente il fatto utilizzando parole e frasi che il vigile urbano ha ritenuto potessero essere diffamatorie nei suoi controlli e, di conseguenza, decise di presentare denuncia. Nel corso del processo che ne è scaturito, l’avvocato Mauro Gionni difensore dell’acquasantano ha sostenuto che il suo assistito, nello scrivere il suo post, non intendeva criticare il comportamento dell’agente che stava svolgendo il suo lavoro, bensì chi aveva dato a lui quegli ordini.
Tanto più - come sostenuto dal penalista ascolano - che nei confronti dell’indagato non venne preso alcun provvedimento né fu contestato qualcosa neppure verbalmente, pertanto non sarebbe potuto essere il vigile urbano il destinatario delle sue invettive. Tesi condivisa dal giudice del tribunale di Ascoli che ha assolto il cinquantatreenne dall’accusa di diffamazione perchè il fatto non sussiste.