Galeotti e Moschella impegnati a salvare la terra e l’amore

Galeotti e Moschella impegnati a salvare la terra e l’amore
Galeotti e Moschella impegnati a salvare la terra e l’amore
di Chiara Morini
3 Minuti di Lettura
Venerdì 23 Febbraio 2024, 03:50 - Ultimo aggiornamento: 11:50

Uno spettacolo avvincente, dalle tematiche molto attuali, messo in scena da giovani talentuosi: protagonisti di “Cinque modi illegali di salvare il mondo”, in scena alle 21,15 di oggi, venerdì 23 febbraio al Vaccaj di Tolentino, saranno Elia Galeotti e Miriam Moschella. Figlia dell’attore Giovanni Moschella e della regista Gabriela Eleonori, Miriam è nata e cresciuta a Tolentino, dove ha mosso i primi passi sul palcoscenico.

Le tematiche ambientali

«Lo spettacolo – racconta Moschella – nasce quando eravamo in Accademia, alla scuola del Teatro Paolo Grasso, tre anni fa.

Allora le tematiche ambientali erano molto sentite, poi temevamo che lo spettacolo non potesse girare bene, invece, oggi, se vogliamo è ancor più attuale di allora». La trama, incentrata sulla crisi climatica, ruota attorno alla storia di due ragazzi, fidanzati, A (l’attore Galeotti) e G (Miriam Moschella) impegnati a salvare il mondo e anche la loro relazione. «La cosa più bella di questo testo – spiega Moschella – e che mi è piaciuta di più è proprio la loro voglia di cambiare il mondo, ma poi devono anche affrontare i loro problemi. Siamo tutti under 30, sentiamo questo spettacolo come sentiamo un po’ il tema dell’“eco-ansia”». Lo spettacolo nasce in accademia, dove la versione originale è stata realizzata con l’apporto di ciascuno, secondo le proprie competenze.

«Il saggio di fine corso – precisa la protagonista tolentinate – nel quale ciascuno dei vari indirizzi ha portato le proprie competenze. Accanto a noi c’erano anche quattro danzatori ma poi, quando abbiamo continuato, abbiamo capito di doverli togliere dalla rappresentazione».

Le emozioni

Non mancano le emozioni per Moschella, che torna a casa sua con questo lavoro teatrale. «Sono nata a Tolentino, lì sono cresciuta – ricorda – ho fatto il liceo a San Ginesio e poi ho dato la “brutta”, in senso ironico, notizia ai miei che avrei voluto fare il corso di teatro. Ho iniziato al centro teatrale Sangallo, dove inizialmente facevo teatro musicale e dove ho capito che per me era meglio fare la prosa. Ho provato a entrare in accademia, mi sono diplomata due anni fa, e anche se il periodo di pandemia lo abbiamo preso in pieno, però non ci ha penalizzato».

Miriam e i suoi compagni di corso hanno avuto la possibilità di non patire troppo la chiusura. «Il primo anno – ricorda – l’avevamo già impostato. Quindi nel secondo abbiamo concentrato le lezioni teoriche, che abbiamo potuto fare a distanza. E poi al terzo anno il laboratorio con cui abbiamo costruito lo spettacolo, ci è valso come laboratorio universitario». Figlia d’arte, Miriam Moschella ha le idee chiare. «I miei genitori mi sostengono per fortuna – dice – sono fortunata anche per il fatto che loro conoscono e quindi capiscono le gioie e i dolori di questa professione. A volte mi chiedono i pezzi che preparo per i provini, e io non gli dico nemmeno gli autori. Sono comunque contenta ed emozionata di recitare a Tolentino e lo sono anche per l’amico Matteo Francia, che sarà al Vaccaj prossimamente. La nostra è una grande emozione perché, oltre a tornare a casa, torniamo dove abbiamo cominciato» .

© RIPRODUZIONE RISERVATA