SAN BENEDETTO - Saranno Ugo Pagliai e Paola Gassman i protagonisti di “Romeo e Giulietta una canzone d’amore”, in scena martedì 3 e mercoledì 4 maggio, alle ore 20,45, al Concordia di San Benedetto (info: 0735588246).
La rappresentazione è una riscrittura dell’opera di Shakespeare che la compagnia Babilonia Teatri ha fatto, sempre alla ricerca continua del confine tra realtà e finzione, vita e palcoscenico, attore e personaggio. E questa versione che vede protagonisti Pagliai e la Gassman, coppia anche nella vita da 54 anni, va in questa direzione. «Quando ci hanno proposto questo spettacolo – raccontano – all’inizio siamo rimasti perplessi, ma poi abbiamo deciso di buttarci in questa avventura.
Un’esperienza molto più che piacevole: la compagnia ha puntato tutto sul fatto che le parole di Shakespeare potessero essere pronunciate da tutti, ma soprattutto da chi la vita l’ha vissuta e l’amore lo conosce da molto tempo. Una scommessa che, da quello che abbiamo potuto constatare, abbiamo vinto». Nella messa in scena dello spettacolo e nella storia che sarà rappresentata sul palco ci si concentra sui protagonisti della vicenda. Ecco perché la compagnia ha voluto un Romeo e una Giulietta anziani. Una scelta che ogni volta fa sì che il pubblico faccia una vera e propria esperienza di empatia con gli attori sul palco.
«Lo spettacolo è particolare – dice Pagliai – senza dire troppo, oltre a Shakespeare in scena ci sarà il regista Enrico Castellani, che ci farà delle domande a sorpresa, anche molto indiscrete, che cambiano ogni sera.
Shakespeare è sempre attuale e lo è anche in questo spettacolo, una tragedia in cui in un arco temporale molto ristretto succede tutto: l’amore, il dolore, la morte. «Proprio come accade – spiegano Pagliai e Gassman – nella vita dell’uomo e della donna. E interrogarsi sull’amore è un lavoro che dura all’infinito». E la parte del titolo “una canzone d’amore”, si rifà a “Via Broletto 34” di Endrigo, per Pagliai, e “Che cosa c’è”, brano di Gino Paoli, per la Gassman. Ma ci sarà spazio anche per citare il “Tristano e Isotta di Wagner”.