Urbania, il rifugio della Befana è
anche uno scrigno di arte e storia

Urbania, il rifugio della Befana è anche uno scrigno di arte e storia
di Lucilla Niccolini
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Mercoledì 3 Gennaio 2018, 16:40
La bella cittadina di Urbania diventa in questa settimana il rifugio della Befana. Da oltre vent’anni la vegliarda più amata dai bambini ha eletto a suo buen retiro questo centro storico adagiato in un’ansa del Metauro. Qui ogni sua apparizione è da palcoscenico, dalle prodezze aeree in groppa alla proverbiale scopa alla distribuzione di doni. Entra in ogni selfie, ovunque fa frusciare le rappezzate sottane e scuote le lunghe frange dello scialle.
Non è l’unica attrazione di Urbania, contrada storica che va scoperta anche senza l’invito della spiritosa megera. Si parte dal Palazzo Ducale, progettato dall’onnipresente Francesco di Giorgio Martini, e completato da Girolamo Genga. È nobile sede del Museo Civico e della biblioteca con le sue cinquecentine, custode di due preziosi mappamondi del Mercatore. Le opere d’arte conservate nel museo sono esaltate dall’armonia architettonica delle sale, del cortile e della scala elicoidale che conduce nelle cantine, in cui si rivela il Museo dell’Agricoltura e dell’artigianato.
 


Le creazioni
Ed è l’artigianato principe di Urbania, la ceramica, che ci richiama al Museo Diocesano, nell’abbazia di San Cristoforo del Ponte, nei pressi della cattedrale: vi si possono ammirare le creazioni che fin dal medioevo hanno reso Casteldurante, com’era chiamata fino al Seicento, famosa come, se non più, di Faenza. Le decorazioni e le fogge dei manufatti antichi hanno forgiato il gusto dei durantini per una tradizione che ancora si conserva viva, opportunamente coltivata da giovani artigiani. I colori luminosi e gai, che gareggiano con le tinte di cui la campagna circostante si veste in ogni stagione, brillano dalle vetrine delle botteghe del centro storico. Tra una visita e l’altra alle tante chiese del borgo, una sosta ad ammirare, e acquistare, i prodotti degli artisti di oggi sarà accompagnata da assaggi gastronomici. Da non perdere, il crostolo con le erbe di campo.
 
La simpatica megera
Domani, venerdì e sabato, a Urbania la Befana fa visita a tutti i bambini. La simpatica megera domani alle 17,30 arriva in volo sulla scopa. L’indomani, porterà dolciumi alle 18. Infine, gran festa in piazza a partire dalle 17. E… arrivederci al 2019.
Info www.festadellabefana.com
 
Le mitiche cipolle
Un’antica usanza prosegue con Emanuela Forlini, sugli insegnamenti del padre Anselmo e del nonno. Nella notte tra il 24 e il 25 gennaio, sa leggere le previsioni del tempo su dodici spicchi di cipolla bianca cosparsi di sale, posati all’aperto, verso est.
Info www.comune.urbania.ps.it


 
Al Teatro Bramante scrigno per gli spettacoli
Anche Urbania ha il suo scrigno per gli spettacoli: il teatro ottocentesco, intitolato a Donato Bramante, la cui nascita Vasari attesta a Casteldurante. Costruito sui resti dell’antica Rocca dei Brancaleone, vanta tre ordini di palchi e il loggione. Voluto dai cittadini abbienti, fu edificato su progetto di Ercole Salmi. Inaugurato con il “Trovatore” di Verdi nel 1864, conserva il sipario e parte del corredo scenico dipinti da Romolo Liverani e, nel foyer, i busti del Bramante e del celebre sopranista Girolamo Crescentini (1762– 1846), nativo di Urbania.
 
Nella Chiesa dei Morti diciotto mummie
Si chiama Chiesa dei Morti, su via Ugolini, la cripta che conserva da quattro secoli, ed espone dal 1833, le mummie di diciotto defunti: una madre morta di parto, un giovane accoltellato, un poveraccio seppellito ancora in vita... Rinvenuti in stato di mummificazione naturale, a causa della situazione climatica e di certe muffe, costituiscono la più particolare delle attrazioni di Urbania. Il custode sa raccontare le vicende tragiche di ognuno di loro, muti abitanti per i quali la Chiesa dei Morti merita una visita, che si rivelerà molto singolare.
 
Barco con visita tra gli affreschi del ‘700
A nord-ovest della città, ci viene incontro con la grandiosità della facciata il Barco Ducale, luogo preferito dal duca Francesco Maria II della Rovere. Al centro del parco venatorio, era raggiungibile in barca lungo il Metauro dal Palazzo Ducale. Interessanti, al suo interno, affreschi del ‘700, tra cui un’Ultima cena del pergolese Gianfrancesco Ferri. È sede dei laboratori di ceramica del Museo Civico. In occasione della Festa della Befana, il Barco Ducale è visitabile alle 11 e alle 15 (prenotazioni: turicult@comune.urbania.ps.it o 0722 313140).
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