Tra il rosso dei tetti e il verde dei lecci
a Zara cullati dalle note delle onde

Tra il rosso dei tetti e il verde dei lecci a Zara cullati dalle note delle onde
di Lucilla Niccolini
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Mercoledì 21 Marzo 2018, 17:03
Bianca e azzurra, Zara accoglie chi arriva dal mare col saluto degli alberi delle barche a vela ormeggiate nei marina. E con i campanili delle tante chiese, che svettano nel sereno del cielo. Ride agli occhi socchiusi dal chiarore la prospettiva della penisola su cui sorge la città vecchia, sorvegliata di lontano dalle nette creste dei monti Velebit, bianchi contro il cielo azzurro.
Il rosso dei tetti e il verde dei lecci decorano questa visione che, mentre il traghetto attracca, si nasconde pudica dietro la cerchia di mura, lasciando il compito di accoglierci ai dehors incappucciati di ombrelloni. L’atmosfera portuale, indaffarata e chiassosa, oltre Porta Marina si distende nella quiete luminosa della strada bianca di pietra d’Istria. La via Papa Alessandro III, diritta tra i muri rosati, annuncia il biancore del foro romano, larga piazza costellata di reperti archeologici in ordine sparso, sorvegliati dalla mole slanciata di san Donato.



L’acustica eccellente
Dentro, il biancore delle pareti e degli archi altissimi lascia immaginare la magia dei concerti che si tengono qui, in virtù di un’acustica eccellente. Non ne usciremo prima di essere saliti al matroneo, a esplorare ogni angolo di questo scrigno di pace, immacolato. Altri interni visiteremo, dopo: il barocco della Chiesa di Santa Maria, lì accanto, dalla graziosa facciata a tre orecchioni, e la grandiosità della cattedrale di santa Anastasia. In nessun luogo sacro ritroveremo la stessa serenità austera delle forme. Però adesso è tempo di ritornare tra la gente, lungo Calle Larga, il corso principale che taglia la penisola. La geometria dei palazzi moderni, nella squadrata banalità tipica della ricostruzione sovietica, si è accesa col passare del tempo di un lindore nuovo, come se lo stile di Zara antica si riverberasse su architetture meno nobili. E non c’è quindi stupore nell’uscire su Piazza del Popolo, “platea magna” della città fin dal Medioevo. Da un lato, la Guardia cittadina, con la torre dell’orologio, fronteggia la Loggia dei mercanti e il Municipio, dove per la prima volta, agli inizi degli anni Novanta, si vide garrire al vento la scacchiera della nuova bandiera della Croazia indipendente. Da qui scorre intenso il flusso dei turisti, mescolati alle massaie zaratine che si affrettano al mercato, ai banchi delle contadine ricchi dei mille colori degli ortaggi di stagione. Chi ricorda più i mucchietti malinconici di patate e di rape rosse dell’era di Tito?
Se la voglia di due scampi alla buzzara s’accende improvvisa alla vista del pesce fresco che vi è esposto, basta allungarsi verso la Porta Terraferma, sedersi sulla terrazza del ristorante affacciato sul porticciolo Fosa.



Il Leone di san Marco
È angolo di culto, benedetto dai numi tutelari scolpiti nella pietra del più imponente ingresso alla città, san Grisogono a cavallo e il Leone di san Marco. Non può mancare un caffè, o un maraschino, sulla piazza dei Cinque pozzi, e poi salutare camminata a ritroso, verso l’imbarcadero, lungo la banchina della costa occidentale della penisola. Ci imbatteremo nel disco che qui chiamano Saluto al sole, cerchio di specchi luminosi e pannelli fotovoltaici ideato dall’architetto Basic. E prima che cali il sole, quando l’installazione s’illumina di mille colori, al ritmo della musica che le onde fanno nelle 35 canne dell’Organo marino, ci allunghiamo fino all’Arsenale, riadattato a locale molto cool, sotto spioventi di legno rafforzati da capriate di acciaio. E ammirando i quadri alle pareti, non c’è niente di meglio di una birra Karlova.

La Cattedrale di Nin
A mezz’ora di autobus da Zara, la più piccola cattedrale del mondo è a Nin, in un sito abitato da 3.000 anni, prima capitale del regno dei Croati. Nella pace del luogo, troverete una straordinaria chiesa romanica, tutta bianca, dove venivano incoronati i sovrani. Accanto ai reperti archeologici, è esposta la “condura”, antichissima imbarcazione. Vi è leggibile la più antica iscrizione croata di tutta la storia.



Maraschino
Entrando in porto, a sinistra ci accoglie il palazzo della Maraska, sede ufficiale dei produttori attuali del maraschino croato: distillato di ciliegie che nel Cinquecento i frati domenicani farmacisti di Zara vendevano come pozione curativa. Nel 1768 lo scienziato Francesco Drioli fondò poi una compagnia per la produzione di liquore, rilevata nel 1821 dal patrizio genovese Girolamo Luxardo.
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