I monumenti in rosa accendono
i riflettori sulla lotta al cancro al seno

I monumenti in rosa accendono i riflettori sulla lotta al cancro al seno
di Giorgio Fabri
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Martedì 3 Ottobre 2017, 13:03
È sempre rosa, però è consumato da 25 anni di battaglia contro un nemico indebolito ma non ancora vinto: il cancro al seno che solo in Italia colpisce nell’arco della vita una donna su 8, con circa 50 mila nuovi casi previsti dal gennaio scorso alla fine di dicembre. Il simbolo 2017 della Breast Cancer Campaign (Bcc) di The Estée Lauder Companies si stropiccia a indicare un impegno che dura ormai da un quarto di secolo, e che anche quest’anno nel nostro Paese vede in campo al fianco del braccio tricolore del gruppo cosmetico l’Airc, Associazione italiana per la ricerca sul cancro.
 
Il simbolo
Quando Evelyn H. Lauder ideò il simbolo della Bcc era il 1992, il tumore al seno era vissuto come una condanna a morte e il brutto male non si poteva neppure pronunciare. Oggi, grazie ai progressi di prevenzione, diagnosi e cura, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è salita all’87%, ma non basta. Batterlo nel 100% dei casi era e rimane l’obiettivo della campagna, che in occasione dell’anniversario cambia nome da Bca (Breast Cancer Awareness) a Bcc. L’operazione di re-naming ha tolto la parola awareness, consapevolezza, «perché dopo 25 anni di impegno verso la sensibilizzazione ora è il momento di focalizzarci sul futuro, e investire tutte le energie per avere un mondo libero dal tumore al seno».
 
La mobilitazione
La mobilitazione coinvolge ogni anno in ottobre le filiali di Estée Lauder Companies in oltre 70 Paesi del mondo, Italia compresa. A dare il via alle iniziative nella Penisola è stata l’illuminazione in rosa del Duomo di Milano: il messaggio è accendere i riflettori sul cancro al seno: il colore delle donne contro il loro big killer.
In Italia il gruppo sosterrà le attività di Airc devolvendo 5 euro per ognuno di una serie di prodotti venduti nel mese di ottobre. «Per rendere il tumore al seno ogni giorno sempre più curabile è necessario uno sforzo ingente, continuativo e collettivo a sostegno della ricerca. E l’ultimo miglio è 
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