L'indagine: interventi al cervello
i nostri ospedali fiore all'occhiello

L'indagine: interventi al cervello i nostri ospedali fiore all'occhiello
di Federica Buroni
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Martedì 27 Marzo 2018, 16:27
La sanità delle Marche conferma le sue perle, in particolare per gli interventi al cervello per i quali le strutture idonee sono 40. Eccellenze ospedaliere tutte made in Marche, riconosciute ovunque lungo lo Stivale. Tra i fiori all’occhiello, il Lancisi di Ancona che si piazza al quarto posto a livello nazionale per numero di interventi di rivascolarizzazione carotidea con endoartectomia e al quinto per quelli con stenting e angioplastica. A livello regionale, per volume di interventi, fanno bella mostra di sé il presidio Umberto I di Ancona per tumore cerebrale e aneurisma cerebrale non rotto e, ancora, il Lancisi per la rivascolarizzazione carotidea con stenting e rivascolarizzazione carotidea con endoarterectomia. Sono i primi, significativi, pezzi del puzzle che emergono da un’indagine del portale di public reporting delle strutture sanitarie italiane, www.doveecomemicuro.it., che , proprio questo mese ha dedicato un approfondimento al cervello.

L’indagine
Le premesse: l’inchiesta mette in luce le strutture che eseguono il più alto volume d’ interventi per tumore cerebrale, aneurisma cerebrale non rotto, rivascolarizzazione carotidea con endoarterectomia. Inoltre, sono state prese in considerazione le strutture con le percentuali più basse di mortalità a 30 giorni dal ricovero per ictus sulla base dei dati del Pne, il programma nazionale esiti, gestito da Agenas per conto del Ministero della Salute. Il cervello, è noto, è la centralina di comando di tutte le nostre funzioni e scegliere un buon ospedale per curarsi non è sempre facile. Ci sono, infatti, interventi molto delicati come quelli di rivascolarizzazione carotidea ed è allora fondamentale orientarsi su strutture che offrano le maggiori garanzie.

Le strutture nelle Marche
Nella regione ci sono 40 centri che si occupano di patologie cerebrali. Per gli interventi chirurgici di craniotomia per tumore cerebrale, le strutture pubbliche o private accreditate che hanno svolto questo intervento sono 3: il presidio Umberto I di Ancona con 195 interventi, il San Salvatore di Pesaro con 51 e il Salesi di Ancona con 9. Va sottolineato che nessuno dei centri rispetta la soglia di riferimento per mortalità a 30 giorni dall’intervento. Per quanto riguarda gli interventi chirurgici di aneurisma cerebrale non rotto, sono 2 le strutture che hanno svolto questo intervento e cioè l’Umberto I di Ancona con 4 e il San Salvatore di Pesaro con 3. Un altro capitolo riguarda gli chirurgici di rivascolarizzazione carotidea-stenting e angioplastica: nelle Marche ci sono 24 strutture ma sono 5 quelle che effettuano un maggior numero d’interventi e cioè: il Lancisi di Ancona con 535 per i quali è al 5° posto in Italia, l’Inrca con 195, il San Salvatore di Pesaro, l’ospedale generale provinciale di Macerata con 68 e Villa Igea di Ancona con 62. Per quanto concerne gli interventi di rivascolarizzazione carotidea-endoarterectomia, ci sono 8 strutture ad hoc ma sono 4 quelle che effettuano il maggior numero d’interventi ovvero: il Lancisi di Ancona con 262 e che si piazza al 4° posto in Italia, l’Inrca con 27, l’ospedale Augusto Murri di Fermo con 17 e il San Salvatore di Pesaro con 13. Nelle Marche, i valori di riferimento e cioè le strutture con almeno 75 interventi annui, sono rispettati dal 12,5 per cento delle stesse. Per ciò che riguarda l’ictus, le strutture pubbliche e private accreditate per questa patologia sono 39. Le percentuali più basse di mortalità nelle Marche sono ottenute dall’ospedale Principe di Piemonte–Senigallia, dall’ospedale San Salvatore di Pesaro e dal presidio Umberto I di Ancona. Nel calcolo, sono state prese in considerazione solo le strutture che effettuano almeno 50 ricoveri annui. Nelle Marche, i valori di riferimento e cioè le percentuali di mortalità a 30 giorni dal ricovero, sono rispettati dal 60% delle strutture.

I flussi delle Marche
Ovvero dove vanno i marchigiani a curarsi. Una parte importante del contesto dove, tra l’altro, emergono situazioni interessanti. Per esempio, si scopre che per l’intervento chirurgico per tumore cerebrale, il 34% dei residenti sceglie di farsi curare in altre regioni, il 66 % preferisce la propria regione e il 12,5 sono gli interventi eseguiti su non residenti. Per l’intervento chirurgico per aneurisma cerebrale non rotto, il 66,7% dei residenti sceglie di farsi curare in altre regioni, il 33% sceglie di farsi curare nella propria regione e non c’è nessun intervento eseguito su non residenti. Per quanto riguarda l’ictus, il 2,1% dei residenti sceglie di farsi curare in altre regioni, il 97,9% opta per farsi curare nella propria regione e ci sono il 4,1% di interventi eseguiti su non residenti. Per la rivascolarizzazione carotidea-stenting e angioplastica, il 21% preferisce farsi curare in altre regioni, il 79% sceglie di restare nella propria regione e il 21,9 sono gli interventi eseguiti su non residenti. Infine, per la rivascolarizzazione carotidea –endoartecrecotmia, il 12,3% dei residenti sceglie di farsi curare in altre regioni, l’87,7 sceglie di restare nella propria regione e il 4,9 sono gli interventi eseguiti su non residenti.

Gli istituti lombardi sempre ai primi posti
Ai primi posti delle 4 classifiche nazionali stilate dal portale www.doveecomemicuro.it si trovano l’istituto neurologico Carlo Besta di Milano, per volume di interventi per tumore cerebrale, l’ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano, per volume di interventi per aneurisma cerebrale non rotto, l’Humanitas Gavazzeni di Bergamo, per quanto concerne il volume di interventi per rivascolarizzazione carotidea con stenting e angioplastica e l’ospedale San Raffaele di Milano, per volume di interventi per ivascolarizzazione carotidea con endoarterectomia. Un capitolo interessante riguarda la craniotomia che è l’intervento chirurgico più diffuso nella cura dei tumori cerebrali: le strutture in Italia sono 160 ma quelle che effettuano il maggior numero d’intervento sono il Besta di Milano, l’ospedale Borgo Trento di Verona, il Policlinico universitario Gemelli di Roma, l’istituto clinico Humanitas di Rozzano a Milano e l’Istituto delle Scienze neurologiche di Bologna. Le percentuali più basse di mortalità invece son del Sam Martino di Genova, del S. Giovanni Bosco di Torino e delle Molinette di Torino.
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