Annabelle Weindenfeld, l'emozione
del primo solo di Menahem Pressler

Annabelle Weindenfeld, l'emozione del primo solo di Menahem Pressler
di Annalisa Pavoni
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Domenica 1 Aprile 2018, 16:32
«De la musique avant toute chose»: così scrive Paul Verlaine nel suo manifesto, “L’art poétique”. E l’amico Claude Debussy gli risponde cimentandosi con la sua poesia. Una prescelta è “Clair de lune” (in 3 diverse versioni) che diviene uno dei capolavori più noti, belli e amati, riadattati, “campionati”, della storia della musica. “Clair de lune” è il titolo di un disco eccezionale, un miracolo, direi, del pianista Menahem Pressler che dimostra, con Verlaine, come la musica sia l’essenza più vera e misteriosa in ogni arte. Pressler, israelo-americano, tedesco di nascita, classe 1923, lasciò la Germania nel ’39, la famiglia sterminata nei lager nazisti. Nel ’55 fondò un trio di musica da camera leggendario, ineguagliato a tutt’oggi: Beaux Arts Trio, con cui suonerà e inciderà per tutta la vita. Ma, a 94 anni, la svolta: per la prima volta registra il suo primo “solo”, e debutta con la regina delle case discografiche, la Deutsche Grammophon, l’“etichetta gialla”. Una donna è dietro questo miracolo, la sua manager, Annabelle Whitestone, “Lady Weidenfeld”, che gli è stata accanto e gli ha dato la forza di incidere un disco tanto importante. A lei è dedicato “Clair de lune - For Annabelle”, e noi, qualsiasi sia il nostro orientamento musicale, possiamo immergerci e commuoverci nei suoni del pianoforte, con Debussy, Faure, Ravel, con “La fille aux cheveux de lin” o con “Clair de lune”. In un mondo in cui gli anziani sono spesso dimenticati, Pressler ci dimostra che l’età non è un limite e che le sfide della vita si possono sempre cogliere, e il suo suono, ancora con Verlaine, «si sente fuggire da un’anima in cammino verso altri cieli ed altri amori». 
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