Sfruttamento di richiedenti asilo, in tribunale 21 testimoni: nel panificio di San Costanzo 12 ore di lavoro e salario da fame

I ragazzi che hanno testimoniato in Tribunale
I ragazzi che hanno testimoniato in Tribunale
di Luigi Benelli
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Mercoledì 12 Luglio 2023, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 13:11

FANO - Fuori dall’aula del Gup c’erano 21 ragazzi africani, tutti pronti a raccontare la loro verità. Tra loro un giovane della Guinea da cui sono partite le denunce nei confronti del titolare della Swisspan, panificio a San Costanzo che distribuisce prodotti per la grande distribuzione: non solo a Pesaro ma in tutto il centro Italia. 


«Lavoravo più di dodici ore al giorno, prima avevo paura di essere buttato via – si esprime in italiano stentato – poi quando mi ha cacciato perché mi lamentavo perché volevo il contratto e avere i documenti, non ho avuto più paura di parlare.

E sono andato a denunciare. Lavoravo tantissimo per una paga di 7-800 euro, dal lunedì al sabato, dodici ore al giorno. Tanta fatica, poi sono stato licenziato. Ma non volevo più stare zitto». 


Con lui altri venti ragazzi di colore hanno sfilato davanti al giudice per l’incidente probatorio. L’accusa per un 50enne di Marotta è intermediazione e sfruttamento della manodopera. Secondo le indagini dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Pesaro e Urbino avrebbe reclutato richiedenti asilo per poi sfruttarli. A metà giugno era scattato un maxi sequestro da oltre mezzo milione di euro. Un’attività investigativa avviata e condotta, dalla fine dell’estate del 2021, attraverso servizi di osservazione e pedinamento, videoriprese, oltre che controlli ispettivi e acquisizione di informazioni testimoniali rese da numerosi lavoratori. 


Il titolare avrebbe sfruttato 33 lavoratori reclutati soprattutto tra cittadini extraue richiedenti asilo in stato di estrema vulnerabilità ed indigenza ai quali è stata negata retribuzione per un importo totale di 552.514,89 euro. Tra loro cittadini della Guinea, Niger, Moldavia, Senegal, Nigeria, Cuba, Pakistan, Macedonia, Gambia e Mali. Le paghe erano la metà rispetto ai collettivi nazionali o territoriali (3,50/5,50 euro corrisposte a fronte delle 7.89/8,75 previste dal Ccnl applicato). 


Gli orari, i periodi di riposo, le ferie e i turni anche di 12 ore al giorno per 6 giorni alla settimana, hanno violato le norme: il tutto approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori che dovevano rinnovare il permesso di soggiorno e dello stato di indigenza in cui versavano. Sei erano in nero, 28 irregolari. I Carabinieri del Nil hanno messo i sigilli a proprietà immobiliari, conti correnti, veicoli intestati (una Bmw) all’indagato ed alla società del valore di 550 mila euro.

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