FANO - Fuori dall’aula del Gup c’erano 21 ragazzi africani, tutti pronti a raccontare la loro verità. Tra loro un giovane della Guinea da cui sono partite le denunce nei confronti del titolare della Swisspan, panificio a San Costanzo che distribuisce prodotti per la grande distribuzione: non solo a Pesaro ma in tutto il centro Italia.
«Lavoravo più di dodici ore al giorno, prima avevo paura di essere buttato via – si esprime in italiano stentato – poi quando mi ha cacciato perché mi lamentavo perché volevo il contratto e avere i documenti, non ho avuto più paura di parlare.
Con lui altri venti ragazzi di colore hanno sfilato davanti al giudice per l’incidente probatorio. L’accusa per un 50enne di Marotta è intermediazione e sfruttamento della manodopera. Secondo le indagini dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Pesaro e Urbino avrebbe reclutato richiedenti asilo per poi sfruttarli. A metà giugno era scattato un maxi sequestro da oltre mezzo milione di euro. Un’attività investigativa avviata e condotta, dalla fine dell’estate del 2021, attraverso servizi di osservazione e pedinamento, videoriprese, oltre che controlli ispettivi e acquisizione di informazioni testimoniali rese da numerosi lavoratori.
Il titolare avrebbe sfruttato 33 lavoratori reclutati soprattutto tra cittadini extraue richiedenti asilo in stato di estrema vulnerabilità ed indigenza ai quali è stata negata retribuzione per un importo totale di 552.514,89 euro. Tra loro cittadini della Guinea, Niger, Moldavia, Senegal, Nigeria, Cuba, Pakistan, Macedonia, Gambia e Mali. Le paghe erano la metà rispetto ai collettivi nazionali o territoriali (3,50/5,50 euro corrisposte a fronte delle 7.89/8,75 previste dal Ccnl applicato).
Gli orari, i periodi di riposo, le ferie e i turni anche di 12 ore al giorno per 6 giorni alla settimana, hanno violato le norme: il tutto approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori che dovevano rinnovare il permesso di soggiorno e dello stato di indigenza in cui versavano. Sei erano in nero, 28 irregolari. I Carabinieri del Nil hanno messo i sigilli a proprietà immobiliari, conti correnti, veicoli intestati (una Bmw) all’indagato ed alla società del valore di 550 mila euro.