Pesaro, il procuratore Tedeschini:
«Il sistema? Era una giustificazione»

Da sinistra, Silvia Cecchi e Cristina Tedeschini
Da sinistra, Silvia Cecchi e Cristina Tedeschini
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Lunedì 23 Aprile 2018, 13:15 - Ultimo aggiornamento: 17:01

PESARO - Un’accusa politicamente sensibile: aver chiesto denaro, 25mila euro complessivamente, per la stabilizzazione di due dipendenti precarie di un’azienda a capitale pubblico. Un reato, tentato contro la pubblica amministrazione, allarmante per il contenuto di quella richiesta, reiterata e rivolta alle due dipendenti contemporaneamente, senza particolari cautele: “Loro hanno chiesto dei soldi”, “questi devono alzare le manine”, “il sistema funziona così”, “la politica è questa”.

Il caso giudiziario di Alighiero Omicioli - 54 anni, una vita spesa nel ruolo politico di amministratore di enti locali e organismi territoriali, fino al dicembre scorso alla guida di Megas.net - ha colpito l’opinione pubblica e scosso come un colpo di frusta la politica locale. L’indagine della procura della Repubblica di Pesaro, che il 22 maggio arriverà davanti al giudice per le indagini preliminari per la richiesta di patteggiamento dell’imputato, porta alla luce un episodio esemplare di malapolitica, che suscita interrogativi preoccupati per la gravità delle espressioni usate e quel riferimento al sistema corruttivo.

L’inchiesta è stata condotta personalmente dal procuratore della Repubblica Cristina Tedeschini, insieme al sostituto Silvia Cecchi. «Abbiamo monitorato Omicioli per settimane - afferma il procuratore Tedeschini -, le indagini svolte hanno ristretto il perimetro delle responsabilità penali a quanto risulta dal capo di imputazione. Secondo quanto abbiamo verificato, Omicioli prospettava la generica esistenza di un sistema di corruzione per giustificare il proprio operato. Non è stato accertato nient’altro di penalmente rilevante oltre a questo episodio».

Quindi, non ci sono altri indagati e non risultano casi precedenti. L’indagine è partita dalla denuncia dalle due dipendenti precarie di Megas.net, impiegate nell’ufficio tecnico, che hanno raccontato di aver ricevuto l’esplicita richiesta di denaro da Omicioli per la stabilizzazione del loro rapporto di lavoro, resa possibile dalla legge Madia. La procura della Repubblica ha eseguito a lungo intercettazioni ambientali, che hanno confermato il racconto delle due dipendenti. Dopo aver saputo dell'intenzione delle due architette di presentare una denuncia, Alighiero Omicioli ha provveduto alla loro stabilizzazione.

Interrogato in procura, l'ex amministratore di Megas.net, indotto politicamente alle dimissioni dopo la rivelazione dello scandalo giudiziario, si è limitato a dire che il senso delle sue parole era diverso, senza fornire alcun nuovo elemento. La richiesta di patteggiamento è stata avanzata dall’avvocato Roberto Brunelli quando il gip ha accolto la richiesta della procura di giudizio immediato.

La pena al di sotto dei due anni di reclusione, concordata con la procura, garantisce la sua sospensione condizionale. L’ex amministratore di Megas.net si è impegnato a versare 6.000 euro per il risarcimento dell’azienda mentre dalla procura della Repubblica è partita una segnalazione alla Corte dei Conti per il danno erariale cagionato dalla lesione dell’immagine della società partecipata dagli enti locali, nel frattempo fusa per incorporazione in Marche Multiservizi.

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