Manzini, dal coma alla forza trasmessa agli altri: lo stimolo del campione paralimpico ha aiutato un pesarese vittima di un incidente a riaprire gli occhi

Anche la Vis si "affida" alla forza del mental coach

Manzini, dal coma alla forza trasmessa agli altri. Anche alla Vis
Manzini, dal coma alla forza trasmessa agli altri. Anche alla Vis
di Gianluca Murgia
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Giovedì 21 Settembre 2023, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 18:30

PESARO Un miracolo, forse. O qualcosa che ci va vicino. E’ avvenuto in un centro riabilitativo di Pesaro. Ne è stato testimone partecipe, alcune settimane fa, Marco Manzini, portatore sano di imprese impossibili. Il campione paralimpico di taekwondo, 10 anni fa, in seguito a un terribile incidente stradale, si risvegliò dal coma profondo lungo 40 giorni e dopo aver già ricevuto l’estrema unzione. Fondamentale, nel suo caso, fu lo stimolo sotto forma di audiomessaggio del suo idolo Dino Zoff. Questa volta la situazione al capezzale si è, in qualche modo, invertita: è stato Marco Manzini, con le sue parole ripetute come un mantra e capaci, evidentemente, di fungere da stimolo, ad aiutare un paziente a risvegliarsi.

 

L’uomo, che aveva avuto un grave incidente a Pesaro, ha infatti riaperto gli occhi dopo lunghissimi giorni di buio. La presenza di Manzini non era un caso: la sua forza mentale e resilienza, la sua storia personale ed empatia, sono il più potente innesco mentale perché, ripete Marco «finché c’è vita c’è speranza». La famiglia dell’uomo che ha riaperto gli occhi, ancora provata, non ha voluto commentare. Detto che il rispetto, per chi ha subito uno choc così forte, deve essere totale, non si può ignorare però la potenza dell’esempio vivente che Marco è per tutti.

Le sue frasi motivazionali non sono retorica ma verità provata sulla sua pelle, un inno alla caparbietà. «Il coraggio non è andare sempre avanti, con tutte le forze. Ma andare avanti sempre anche quando non si ha più forza. Come faccio io da 10 anni» ripete Marco che in questi mesi ha stretto una amicizia con il nuovo allenatore della Vis Pesaro.

Anche la Vis lo segue

E mister Banchieri ha fatto come Helenio Herrera: ha appeso nello spogliatoio un quadro motivazionale ma che, in questo caso, racconta con fotografie e parole la storia di Marco a cui era stata «prospettata la sedia a rotelle a vita ma dalla quale dopo 9 mesi mi sono alzato da solo». Così quando un giocatore si sente stanco, spento o scoraggiato, basta dare un’occhiata per ricordare che «non è mai finita fino a quando non è finita. Perché il corpo gareggia ma la mente vince» dice Marco che, a riprova, può mettere sul tavolo le medaglie e i grandi risultati ottenuti nel parataekwondo contro ogni previsione medica, con l’80% di invalidità, conseguite dal 2016 ad oggi allenandosi all’Activa Kombat di Luca Fontana: campione d’Italia al prestigioso torneo Coppa Chimera, medaglia di bronzo con la Nazionale all’Europeo open e cintura nera terzo Dan allenandosi anche bendato per problemi di equilibrio. Manzini, premiato con un attestato dal prefetto Emanuela Saveria Greco e dal sindaco Matteo Ricci con un encomio alla pesaresità in Italia e nel Mondo, nel frattempo è diventato di nuovo papà (di Naomi) e oggi vive in prima linea anche come mental coach, stimolatore per persone che hanno problemi. Un impegno che svolge sia da solo che con lo psicologo Andrea Battisodo. «Quando posso vado autonomamente anche ad aiutare gli amici malati o chi deve superare ostacoli – racconta-. Cerco di dare speranza. A breve ci saranno le convocazioni in Nazionale per il Mondiale in Messico. Un altro appuntamento in cui credere».
 

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