L’inverno s’è riscaldato di 2,7°. Il più tiepido da 62 anni (e più)

Con febbraio a +3,4 gradi la stagione “fredda” delle Marche segna il record di anomalia termica E il deficit di precipitazioni accumulato (-78% nell’ultimo mese) fa temere per la siccità estiva

L’inverno s’è riscaldato di 2,7°. Il più tiepido da 62 anni (e più)
di Lorenzo Sconocchini
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Lunedì 11 Marzo 2024, 04:45 - Ultimo aggiornamento: 15:27

ANCONA Chissà se ricorderemo il piumino come un capo d’abbigliamento di un’epoca passata, come i pantaloni a zampa d’elefante o certi camicioni extralarge a quadrotti colorati. Da qualche inverno, intanto, il giaccone imbottito l’abbiamo tenuto per lo più in guardaroba, perché non ha fatto abbastanza freddo per sentire il bisogno di indossarlo. Almeno nelle Marche, dove per il sesto anno consecutivo il mese di febbraio è stato più caldo della norma. Questo del 2024, addirittura ha fatto segnare il nuovo record per la temperatura media mensile, con un valore di 9,4°C, ben 3,4 in più della media del trentennio storico di riferimento 1991-2020. Un primato certificato dai dati diffusi dall’agenzia regionale Amap (ex Assam) con uno studio sull’andamento climatico nelle Marche condotto dai meteorologi Danilo Tognetti e Stefano Leonesi.

 

La serie storica

Non un mese “strambo”, quello scorso, perché tutto l’inverno (che per i meteorologi inizia il primo dicembre e si chiude a fine febbraio) nella nostra regione è stato di gran lunga il più tiepido nella serie degli inverni a partire dal 1961, da quando sono iniziate le statistiche riferite nel monitoraggio dell’Amap.

La temperatura stagionale media è stata di 8,5°C, +2,7° sulla media del trentennio e di oltre un grado superiore rispetto a quella del precedente record, che risaliva all’inverno 1989- 1990. Dunque abbiamo appena trascorso la stagione “fredda” sicuramente più tiepida degli ultimi 62 anni (statistiche alla mano) ma secondo uno studio del Cnr l’inverno 2023-‘24 in Italia, e nelle Marche, passerà alla storia come il caldo dal 1800.

Valori al rialzo

Lo studio dell’Amap registra per le Marche valori termici al rialzo da qualsiasi angolo (e periodo) di osservazione. Anche la temperatura media degli ultimi 12 mesi (periodo marzo 2023-febbraio 2024), pari a 15,7°C, rappresenta il nuovo record annuale (non necessariamente solare) con un’anomalia rispetto alla serie storica «che si avvicina di molto alla soglia dei due gradi centigradi (+1,8°C)». L’inverno meteo scorso è stato più caldo del solito soprattutto nella fascia collinare delle Marche, dove si sono registrati gli scarti termici più elevati, «perché le località di pianura hanno risentito delle nebbie e delle inversioni termiche notturne».

Deficit d’acqua

Inverno tiepido, ma anche molto asciutto, perché anche a febbraio è piovuto poco e la neve si è vista giusto con qualche spolverata e a quote elevate. «Con l’esclusione dello scorso novembre - si legge nello studio Amap -, è da settembre 2023 che le Marche sono interessate da precipitazioni inferiori alla norma». Un deficit confermato anche a febbraio, «che con un totale medio regionale di appena 27mm fa registrare un’anomalia del -55% rispetto al trentennio di riferimento». La precipitazione totale dell’inverno meteorologico è di 97mm (deficit del 52%) il sesto valore più basso per la stagione dal 1961, una serie storica dove l’inverno più secco resta quello del 1988-‘89). Se si allarga il campo d’osservazione agli ultimi dodici mesi, la precipitazione totale media nelle Marche è pari a 799mm e resta lievemente al di sotto della media 1991-2020 (-5%), una perdita contenuta dalle eccezionali precipitazioni del bimestre maggio-giugno.

Dicembre ha fatto registrare un ammanco del 70% delle piogge (e della neve) che di solito cadono in regione. Defict ancora più elevato (78%) per il mese di febbraio. Più limitato (20%) è stato il deficit di precipitazioni a gennaio, mese in genere non troppo piovoso per le Marche.

A marzo sta piovendo un po’ di più (siamo a una media di 27.76 mm) e anche tra oggi e domani sono attesi in gran parte delle Marche temporali sparsi e precipitazioni diffuse, con allerta meteo gialla per oggi nella fascia costiera e collinare. Ma le piogge di marzo non bastano per cancellare i segnali di siccità evidenziati nel medio periodo - nelle analisi dell’Amap sulle Marche - dallo Standardized Precipitation Index (un indice che stima umidità e siccità con proiezioni su più periodi) calcolato su 6 mesi.

Effetti sui campi

«Le precipitazioni sono state veramente scarse in inverno e anche in autunno, visto che nelle Marche ha piovuto davvero soltanto a novembre», conferma l’analisi il dottor Danilo Tognetti, pensando anche agli effetti sulle campagne, uno degli obiettivi degli studi del Servizio Agrometeo di Amap . «A marzo finora - spiega il meteorologo - c’è stato un recupero ma è difficile valutare ora se basterà a scongiurare i rischi di siccità. Diciamo che è un buon inizio, ma non è ancora sufficiente, specie per le colture invernali».

Preoccupano gli Appennini raramente imbiancati. «Non ha nevicato quasi mai e comunque si è trattato di nevicate effimere - ricorda Tognetti -, questa è una mancanza importante perché la neve va a ricaricare le falde acquifere. Potremmo avere problemi in estate. Certo, c’è ancora tutta la primavera per recuperare, ma la partenza è in deficit».

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