CIVITANOVA Calzatura in crisi: ecco cosa serve alle imprese per resistere. Qualche giorno fa Cna e Confartigianato hanno lanciato, insieme, l’allarme moda. Oggi lo ribadiscono, individuando i provvedimenti capaci di sostenere le aziende in questo momento. Ai calzaturifici che producono per il marchio proprio servirebbe anche un ottimo Micam. Il salone internazionale delle calzature che si aprirà domenica 18 (fino mercoledì 21) a Fieramilano Rho vedrà 32 calzaturifici provenienti dalla provincia di Macerata.
Il salone
A cui si aggiungono le 8 presenti al Mipel, il salone della pelletteria che si svolge contemporaneamente al Micam. Le aspettative, però, non sono delle migliori visto il contesto economico attuale e l’andamento del mercato. «La situazione attuale, caratterizzata da inflazione globale, aumento delle materie prime, tensioni internazionali e incertezza economica, sta mettendo a dura prova le imprese marchigiane. Non c’è dubbio che il settore moda Marche sia in forte sofferenza», afferma il responsabile di Cna Federmoda Macerata Alessandro Migliore, secondo cui: «La durata prolungata della crisi e la mancanza di prospettive future stanno mettendo a dura prova la sopravvivenza di troppe aziende». La cassa integrazione si presenta come fondamentale ma temporanea e non può essere una soluzione a lungo termine. Migliore sottolinea quindi la necessità di interventi mirati e di un sostegno più robusto da parte delle istituzioni per salvaguardare il settore. «Dobbiamo affrontare questa situazione con la stessa determinazione e prontezza avute durante la pandemia. Occorre adottare misure concrete per preservare il tessuto produttivo marchigiano. E solo con un impegno congiunto possiamo superare questa sfida e proteggere un settore fondamentale per l'economia regionale» commenta Migliore. Che poi prosegue: «È urgente porre in essere misure di sostegno economico, politiche di credito agevolato e crediti d'imposta specifici per le imprese che lavorano nella moda».
Le misure
E oltre alla determinazione, fanno l’elenco delle misure necessarie per sostenere il settore: prevedere un credito d’imposta anche per la realizzazione dei campionari, valutando gli stessi come prodotto d’innovazione stilistica e dell’ingegno; implementare le risorse per potenziare la cassa integrazione artigiana; per la realizzazione di collezioni ecosostenibili, prevedere incentivi (a fondo perduto) sia per la creazione delle collezioni che per la loro promozione; prevedere, per almeno due stagionalità, una riduzione temporanea dell’aliquota Iva per i prodotti fashion che non appartengano alle fasce “lusso”; aumentare il numero di progetti di sostegno per le piccole imprese, incentivando la presenza delle Pmi nei vari mercati internazionali; incentivare l’intero ciclo produttivo in Italia e prevedere premialità alle imprese della moda che garantiscano tale processo all’interno nel nostro Paese; premiare e agevolare le imprese che adottino il reshoring, ricollocando così le fasi produttive in Italia; implementare le risorse (con sgravi fiscali) per potenziare i comparti delle imprese dediti a digitalizzazione, e-commerce e marketing; agevolare il ricambio generazionale con interventi che facilitino questa delicata e importante fase d’impresa. Quanto al Micam, Capponi e Marzetti sono consapevoli del difficile momento ma si mostrano speranzosi: «Siamo sicuri che le imprese presenti alle fiere torneranno a casa con feedback interessanti».