CINGOLI Tre chiese devono essere restaurate ma i cantieri sono fermi e abbandonati. Ci riferiamo alla chiesa di San Francesco, a quella di San Filippo Neri (tutte e due nel centro storico di Cingoli), e a quella di San Nicolò, a Moscosi. Tre immobili di proprietà della Diocesi di Macerata e chiusi per i danni del sisma.
Le strutture
La chiesa di San Francesco è chiusa addirittura dal terremoto del 1997, mentre le altre due dal 2016. Tre storie diverse. Per quanto riguarda la chiesa di San Francesco, in pieno centro, l’impalcatura è stata montata più di venti anni fa: ancora tutto fermo. Passiamo alla chiesa di San Nicolò a Moscosi: aperto il cantiere con squilli di tromba nel 2019, con i lavori che dovevano essere consegnati entro la fine del 2020 e siamo arrivati al 2024. Mancherebbe davvero poco per completare l’opera: i circa 300mila euro stanziati per il progetto iniziale non sarebbero sufficienti per terminare gli ultimi interventi.
A Moscosi i lavori sono passati nelle mani di due ditte e questo ha determinato il fermo del cantiere per diversi mesi: lavori che prevedevano la sistemazione del tetto, un miglioramento sismico dell'intera struttura e una soluzione definitiva al problema dell’umidità. Ed eccoci alla chiesa di San Filippo Neri, situata a pochissimi metri dal palazzo municipale: l’inizio dei lavori è datato 24 ottobre 2022 e in questi 16 mesi non ci sono stati grossi passi in avanti, pochissime volte è stato aperto il cantiere. Lavori che prevedono il restauro e il consolidamento conservativo della struttura. È un intervento edilizio che ha avuto il contributo dell’8 per mille alla Chiesa cattolica. Ma ci sono anche i fedeli di un’altra frazione che sperano di poter vedere riaperta la propria chiesa chiusa al culto da oltre quindici anni. Si tratta di San Flaviano e in particolare del santuario di Santa Maria delle Grazie, uno dei più antichi delle Marche. Qui c’è stata anche una raccolta di firme per sensibilizzare le autorità competenti.