Il racconto
«È con immenso dolore che annuncio la salita al cielo del governatore onorario della Misericordia - ha scritto sul profilo dell’associazione Cristiano Bei, attuale governatore - . Ha speso una vita intera per far rinascere, fiorire e crescere la sua Misericordia. Non solo la nostra associazione gli deve essere riconoscente, ma l'intero territorio fermano, per aver realizzato un’opera dal valore inestimabile e insostituibile, per l'esempio che ha dato, per la dedizione, serietà, equilibrio e saggezza con cui ha guidato la nostra Misericordia. È e continuerà ad essere il nostro faro».
La sua battaglia contro il Covid aveva commosso tutta la provincia e quando era tornato a casa famigliari e amici avevano anche organizzato una piccola festa, addobbando l’esterno della sua abitazione. «Mi hanno detto: o sei un superuomo o sei un miracolato.
Il libro
«Mi dicono - aveva raccontato ancora - che i medici avevano abbandonato ogni speranza. Erano arrivati a un punto in cui dopo aver fatto di tutto, hanno detto ai miei famigliari che altro non si poteva fare. Di quei mesi non ricordo nulla, a me hanno riferito che parlavo con medici e infermieri. Peraltro i miei erano a casa e non era possibile che mi venissero a visitare». Aveva avuto la forza di raccontare la sua esperienza in un libro, “Una vita, tante storie e forse anche un miracolo” presentato anche a Palazzo Vinci Gigliucci di Fermo alla presenza, fra gli altri, del padrone di casa Enrico Biondi, Luisanna Cola, direttore del reparto di Anestesia e Rianimazione del Murri, e frate Gianfranco Priori, rettore del santuario dell’Ambro.