Fisco, sanzioni ridotte e niente più processi per chi salda i debiti. Attenuanti anche per chi versa a rate

Il vice ministro Leo in visita alla Sogei: precompilata estesa alle Partite Iva

chi salda i debiti. Attenuanti per chi versa a rate
chi salda i debiti. Attenuanti per chi versa a rate
di Andrea Bassi
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Mercoledì 14 Febbraio 2024, 08:10

Nel mosaico della riforma fiscale sta per essere collocato un nuovo tassello. Sarebbe praticamente pronto il decreto attuativo sulle «sanzioni», il provvedimento chiamato a rivedere tutte le conseguenze tributarie, amministrative e penali per chi non risulta in regola con gli obblighi fiscali. Il provvedimento potrebbe essere discusso già domani in consiglio dei ministri (i confronti tecnici sono però ancora in corso in queste ore). Si tratta di un decreto che nelle sue intenzioni, vuole provare a rendere più “esigibile” il credito dello Stato rendendo il sistema meno punitivo. Innanzitutto rafforzando il principio che se un contribuente raggiunge un accordo transattivo con il Fisco, se ne debba tenere conto anche ai fini dell’imputazione. Insomma, chi si accorda e paga, non dovrebbe più finire nel binario “parallelo” del processo penale. Così, allo stesso modo, se in un procedimento davanti a un tribunale un imputato viene assolto perché il fatto non sussiste, anche il giudice tributario dovrà tenere conto della sentenza. Tra i principi che il decreto attuativo è chiamato ad attuare, c’è anche l’esclusione della punibilità per l’omesso versamento delle imposte in caso di sopravvenute difficoltà finanziarie. Si tratta di quella che è stata ribattezzata come l’evasione da “sopravvivenza”. Un caso particolare in cui si dichiarano regolarmente le tasse dovute, ma poi non si riesce ad effettuare il versamento.L’altro capitolo, molto atteso, del provvedimento, riguarda invece le sanzioni amministrative. 

L'allineamento

In più di una occasione il vice ministro all’Economia e padre della riforma fiscale, Maurizio Leo, ha ribadito l’intenzione di allineare il sistema sanzionatorio italiano a quello europeo. In Italia le penalità per chi non versa le tasse sono molto alte. Omettere di dichiarare i redditi, comporta una sanzione tra il 120 e il 240 per cento dell’imposta. Per una dichiarazione infedele o incompleta si oscilla tra il 90 e il 180 per cento. La media europea, alla quale con il decreto si vorrebbero allineare anche le sanzioni italiane, è invece del 60 per cento.

La relazione illustrativa della delega fiscale ha definito «abnormi» le attuali sanzioni e, come detto, questo livello «intollerabile» delle sanzioni si discosta sensibilmente da quello previsto in altri Paesi. Ieri il vice ministro Leo si è recato in visita alla Sogei, il partner tecnologico delle amministrazioni pubbliche, dove è stato accolto dall’amministratore delegato della società Cristiano Cannarsa. 

Il passaggio

Nel suo intervento Leo ha ribadito ha ribadito l’impegno del governo in questo 2024, per il completamento di una riforma fiscale che, da un lato, serve all’Italia per essere al passo con altri paesi più avanzati del sistema europeo e, dall’altro, per permettere un ridisegno di tutti i tributi e di tutti i momenti del rapporto fisco-contribuente. Il vice ministro dell’Economia ha anche ricordato come quest’anno arriverà una importante novità, con la dichiarazione precompilata che per la prima volta sarà allargata anche alle Partite Iva e non sarà più disponibile soltanto per i dipendenti e i pensionati. 

Gli altri step della riforma

Non solo, Leo ha anche ricordato l’importanza dell’incrocio delle banche dati, uno dei “core business” della Sogei e sul quale il governo punta molto per aumentare la compliance fiscale. Ma quali saranno gli altri passi per completare la riforma fiscale? Quasi in contemporanea con il decreto sulle sanzioni, dovrebbe arrivare anche la riforma della riscossione, con la stabilizzazione e la semplificazione della rateizzazione delle cartelle per i contribuenti.In settimana poi, dovrebbe anche chiudersi l’iter del decreto attuativo per il riordino dei giochi on line. Ieri si sono tenute le audizioni alla Camera. Il presidente di Acadi, Geronimo Cardia, ha sottolineato come l’importo di 7 milioni di euro per poter accedere al bando per le concessioni on line sia «veramente alto». Ed ha chiesto inoltre di «rendere operativi i divieti di pagamento all’estero per evitare la domanda verso circuiti illegali». I tabaccai della Fit, hanno invece chiesto di ridurre il contributo di 150 euro per i punti di ricarica e di alzare la soglia oggi prevista in 100 euro a settimana per le ricariche massime. 

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