Chiude il rifugio Mezzi Litri ad Arquata, l'amarezza di Elena Pascolini: «C’è carenza di personale ma qui la vita è dura»

Chiude il rifugio Mezzi Litri, l'amarezza di Elena Pascolini: «C’è carenza di personale ma qui la vita è dura»
Chiude il rifugio Mezzi Litri, l'amarezza di Elena Pascolini: «C’è carenza di personale ma qui la vita è dura»
di Cristiano Pietropaolo
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Martedì 23 Aprile 2024, 04:40 - Ultimo aggiornamento: 13:14

ARQUATA DEL TRONTO Chiude, per il momento, il rifugio Mezzi Litri, che si trova ai piedi del versante Est del Monte Vettore, tra Pretare e Forca di Presta, che prende nome dal canale che lo sovrasta. Il rifugio era una sosta ed un accesso diretto alle principali vie escursionistiche, dal Lago di Pilato a Castelluccio, al Sentiero dei Mietitori, il Grande Anello dei Sibillini, al Cammino nelle Terre Mutate, fino alle mete più suggestive dell'Appennino centrale.

Come spiega Elena Pascolini, che ha gestito la struttura fino ad oggi «si è trattato di una decisione presa per la mancanza di personale, una questione ancora più amplificata nelle zone del sisma.

Qui le condizioni sono estreme. Nel rifugio non c’è corrente, ma pannelli solari e l’acqua arriva dalla fonte. Aumentavano i turisti ma non avevo aiuto, mi sono trovata da sola. Avevo delle funzioni importanti nel rifugio e ho dovuto scegliere così. Il rifugio andava bene, le recensioni sono ottime, ma non ce la facciamo da soli».

L’appello

La signora Elena lancia un appello: «Chiunque fosse interessato, lo può affittare, con tutto quello che c’è all’interno. C’è la cucina a norma e tutte le attrezzature adeguate, ma il problema rimane lo stesso, qualcuno si è reso conto che è difficile lavorare in un luogo dove non ci sono servizi. Utilizzavamo prodotti locali, ma per fare la spesa ci voleva un’ora di macchina ad andare e un’altra per tornare, anche fare rifornimento di benzina è complicato. Abbiamo fatto un tentativo di rilancio ma finché non si ricostruisce, tutto collassa nuovamente. Il fattore del personale è legato allo spopolamento. La ricostruzione è cruciale e le difficoltà sono estreme, ho fatto tutto per convinzione e amore. Sono quasi dieci anni dal sisma, ma se non si ricostruisce, tutta la zona non si recupera».

Le urgenze

Il sindaco di Arquata del Tronto Michele Franchi aggiunge: «È importante che si continui ad avere aree di accoglienza e strutture ricettive per ospitare i visitaotri. Siamo convinti che c’è turismo legato ai cammini e alla sentieristica, un piano che si sta ampliando anche al cicloturismo, ma bisogna implementare i posti letto, in modo da avere un turismo stanziale e non quello mordi e fuggi. Partiranno i lavori nel centro Due Parchi, così come all’hotel Regina Giovanna. Cercheremo di valorizzare il territorio, sperando che anche gli imprenditori diano una mano».

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