Mercato, rapporti e dimissioni: l'area tecnica dell'Ancona è nel caos. Dalla conferenza del ds Micciola dubbi e interrogativi

Mercato, rapporti e dimissioni: l'area tecnica dell'Ancona è nel caos. Dalla conferenza del ds Micciola dubbi e interrogativi
Mercato, rapporti e dimissioni: l'area tecnica dell'Ancona è nel caos. Dalla conferenza del ds Micciola dubbi e interrogativi
di Peppe Gallozzi
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Mercoledì 28 Febbraio 2024, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 29 Febbraio, 07:33

ANCONA Lo scrittore e saggista statunitense Jonathan Franzen sosteneva che «Tutto era caos, ed era bellissimo». In questo caso, però, nel grande caos che si è creato all’interno dell’area tecnica dell’Ancona di bellissimo non c’è proprio nulla. E la conferenza stampa di ieri del ds Micciola lo conferma. Una cosa è certa: con queste premesse il futuro non si può né costruire né programmare. Monito per il presidente Tony Tiong, atteso in città tra domani e dopodomani per dirimere la querelle centro sportivo con il sindaco Daniele Silvetti.


Nessun potere di firma

Un direttore, per sua stessa ammissione, mandato nell’ultimo giorno di mercato invernale allo Sheraton di Milano senza potere di firma.

E quindi di azione. Ogni decisione, prima di essere attuata, doveva passare per il cellulare di Tiong. Da Milano a Hong Kong ci sono sette ore di fuso orario ma la distanza non è sembrata solo quella delle lancette. Due gli interrogativi che non trovano risposta: perché un ds, su cui il club ripone fiducia, non ha la possibilità di chiudere autonomamente un’operazione visti i tempi stretti dell’ultimo giorno di trattative? Non sarebbe bastato l’ok di Mauro Canil (referente italiano di Tiong, rispetto quanto comunicato dallo stesso patron nell’ultima conferenza di gennaio in sede alla Baraccola)? Domande che alimentano la confusione. Consultando l’organigramma, regolarmente a budget, risulta la figura di Roberto Ripa supervisore dell’area tecnica.

Ripa, figura indecifrabile

Quel Ripa lontano dai radar da inizio ottobre, assente sia al mercato di gennaio sia nella conferenza di ieri di Micciola, presente solo allo stadio e a qualche allenamento ben distanziato da tutto il resto dei protagonisti. Ripa, insieme a Micciola, anche nel mirino della contestazione dei tifosi post-riparazione. A tutto questo va aggiunto il clima sicuramente non idilliaco con Colavitto, figlio di precedenti situazioni che portarono all’esonero del tecnico biancorosso ad aprile a beneficio di Donadel. Profilo gradito e sponsorizzato dallo stesso dirigente per i trascorsi alla Fiorentina. In sostanza, a oggi, non si comprende quali siano nello specifico le mansioni del supervisore puntualmente stipendiato. Infine, tra Ripa e Micciola i rapporti sono «professionali». Tradotto: i due rappresentanti dell’area tecnica dirigenziale ognuno per la propria strada. È normale? 

Micciola e Colavitto

Tornando a Micciola, resta da delineare anche il legameodierno con Colavitto. Da alcune battute emerse è apparso lampante che non sia più come gli anni scorsi quando i due, forti di una lunga amicizia anche fuori dal campo, costituivano un blocco unico e unito. Probabilmente il periodo-Donadel, laddove il comportamento di Micciola merita una menzione specifica, ha lasciato scorie. 

Le mancate dimissioni

Il ds, infatti, ha confessato di aver pensato di andarsene - non attraverso dimissioni, ma tramite accordo con la società - nel momento dell’avvicendamento in panchina dello scorso campionato. Alle parole, tuttavia, non sono mai seguiti i fatti visto che, addirittura, in estate il parere di Micciola sulla presenza di Donadel cambiò diametralmente in positivo. Un caos di cui, francamente, se ne poteva fare a meno e dal quale, nonostante tutto, i calciatori non devono rimanerne investiti. Anche grazie all’aiuto del pubblico che non li ha mai abbandonati. La salvezza prima di tutto. Ma così è ancora più difficile.

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