Ancona, il ds Micciola: «Io responsabile e colpevole per questa squadra. Serve cazzimma per uscire dai problemi»

Ancona, il ds Micciola: «Io responsabile e colpevole per questa squadra. Serve cazzimma per uscire dai problemi»
Ancona, il ds Micciola: «Io responsabile e colpevole per questa squadra. Serve cazzimma per uscire dai problemi»
di Leonardo Matteucci
3 Minuti di Lettura
Martedì 27 Febbraio 2024, 12:55 - Ultimo aggiornamento: 13:36

ANCONA E’ tornato a parlare il direttore sportivo dell’Ancona Francesco Micciola, lo ha fatto quest’oggi in conferenza stampa nella settimana di avvicinamento alla sfida contro l’Arezzo, 

LEGGI ANCHEAncona, ora tocca a Tiong: il patron incontrerà il sindaco Silvetti poi le gare salvezza con Arezzo e Fermana. Un rinvio sarebbe deleterio

Le parole del ds

«Sono stato 26 giorni in silenzio, ho subito attacchi da tutte le parti.

Ora voglio parlare del mercato: volevamo prendere Rolfini, lui voleva a tutti i costi tornare all’Ancona e secondo noi era il profilo giusto. Ero convinto di riuscire a portarlo ad Ancona grazie alla volontà del giocatore e del procuratore. La sera prima ho chiuso l’operazione con Finotto, ma ho aspettato fino al giorno dopo per Rolfini. Alle 11.20 mando un messaggio al presidente, perché non ho potere di firma e non mi posso muovere senza l’ok della proprietà. Nel momento in cui mando il messaggio al presidente si è perso un po’ di tempo e due-tre squadre si sono inserite. L’ok mi è arrivato alle 15.20, ma nel frattempo il ragazzo ha chiesto un altro anno in più di contratto così ho dovuto chiedere un secondo ok che è arrivato alle 17, ma il giocatore ha scelto la Carrarese per via della situazione di classifica. Ho fatto tutto per il bene dell’Ancona, ma mi prendo la responsabilità e la colpa di questa situazione. La rivoluzione che è stata fatta in estate è stata condivisa con l’allenatore, ho rispettato il budget prefissato e ho sempre lavorato in modo serio. Per me i giocatori non sono scarsi, le difficoltà si superano con l’unione, la cazzimma e la forza del gruppo. I giocatori si devono svegliare, l’allenatore deve trovare la chiave. Da parte mia io ho molta fiducia in Colavitto, secondo me lui non si è arreso ma anzi ha molta voglia di raggiungere la salvezza. La scelta di Donadel? Non l’ho fatta io, in quel momento mi sarei dovuto fare da parte: lì ho sbagliato, ma preso dall’entusiasmo ho deciso di continuare».

* Il servizio completo sulla conferenza con la nostra analisi nell'edizione cartacea di domani del Corriere Adriatico

© RIPRODUZIONE RISERVATA