Inter, Mancini sotto tiro: dal malcontento
di Dodò e Brozovic al veleno di Kovacic

Inter, Mancini sotto tiro: dal malcontento di Dodò e Brozovic al veleno di Kovacic
di Alessio Agnelli
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Venerdì 9 Ottobre 2015, 10:47 - Ultimo aggiornamento: 10:48
MILANO - «Andare via da Mancini e dall’Italia è stata la decisione migliore per me. Se poi vai al Real Madrid…». Firmato Mateo Kovacic, l’ex enfant prodige di casa Inter che in agosto ha lasciato baracca, burattini e mister Mancini, «un tecnico che ha anche cercato di cambiare il mio modo di giocare», per un rapporto mai decollato con lo jesino.



Il 21enne di Linz sceglie le colonne del quotidiano spagnolo Marca per sfogarsi e il destinatario dei suoi strali a distanza non può che essere il Mancio, «il motivo per cui ho lasciato la serie A per la miglior società del mondo - ha proseguito l’ex nerazzurro -. Mancini non mi voleva all’Inter e la cosa migliore è stata partire. L’ex allenatore aveva in mente di cambiare il mio atteggiamento in campo, il mio modo di giocare, ma questo non andava bene. Io, come ho detto, sono un centrocampista e devo giocare in mezzo al campo». E non alla mezzala (sinistra o destra, provate entrambe…) o sulla trequarti, come spesso gli capitava all’Inter. Senza un ruolo preciso e sempre più in crisi d’identità e di prestazioni.



Un po’ quello che è successo anche a Dodò, titolare nel derby d’esordio di Mancini e da terzino sinistro, prima di finire ai margini per qualche errore di troppo in fase difensiva, «una cosa in cui devo migliorare». E per un infortunio (con intervento al legamento crociato del ginocchio sinistro) che lo ha costretto ai box negli ultimi 6 mesi. «Ora sono disponibile e spero di aiutare la squadra a raggiungere tutti gli obiettivi - ha chiosato il brasiliano in conferenza -. Il mio obiettivo è mettere in difficoltà il mister, con cui dovrò parlare anche del modo e del ruolo in cui potrò essere utile, e trovare poi un posto in squadra. Via a gennaio o giugno? Non penso». Ma, visto quello che è successo a Kovacic, nient’affatto da escludere.



Tra color che son sospesi anche Martin Montoya, non pervenuto al momento e già in odore di taglio. E i due slavi Ljajic e Brozovic, sempre assieme in allenamento (ai minimi sindacali) e accomunati anche dalla stessa sorte (solo 65’ minuti il serbo, 199’ il croato) in partita. «Una cessione di Brozovic a gennaio? Dipende dalla società - ha chiosato il manager dell’ex Dinamo Zagabria, Miroslav Bicanic, a fcinternews.it -. Marcelo è un giocatore dell'Inter, un ragazzo serio e molto professionale, che si sta allenando bene e punta a rientrare tra i titolari».
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