Madam, l'arte urbana è un museo. Nelle Marche censite 120 opere di 85 artisti, ecco come scoprirle anche in bicicletta

L’opera di Twoone, artista giapponese classe ’85, che orna il mercato di Osimo (DAL SITO WWW.MADAM-MUSEUM.IT)
L’opera di Twoone, artista giapponese classe ’85, che orna il mercato di Osimo (DAL SITO WWW.MADAM-MUSEUM.IT)
di Lucilla Niccolini
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Mercoledì 4 Agosto 2021, 13:50

ANCONA - Svoltato l’angolo di una via in città, non è più insolita l’apparizione dell’immagine, dipinta su un muro decrepito, di una donna affacciata alla finestra. I murales oggi possono spalancare nuove prospettive in spazi urbani dimenticati. Sono ormai così diffusi, spesso così efficaci e pieni di senso, di allegria, che insieme formano una sorta di museo a cielo aperto. Per questo, nelle Marche, alcune associazioni di street artist si sono unite a costituire una rete.

 
La valorizzazione
Si chiama MAdAM, Museo Aperto d’Arte Marche, il progetto presentato ieri mattina a Palazzo Raffaello. Ha lo scopo di valorizzare questa forma d’arte urbana che, nata in maniera spontanea, ha finito per conquistarsi dignità e identità. Benvenuta anche dai cittadini che sulle prime la criticavano, la street art si è guadagnata la considerazione di critici autorevoli, e addirittura una committenza pubblica. Il MAdAM si prefigge la mappatura, e quindi la tutela, di un’arte per sua natura effimera. È stato fondato da un gruppo di imprese culturali: Anime di Strada e Associazione Culturale Centofiorini in provincia di Macerata; Pop Up Studio di Ancona; Arte Pubblica ad Ascoli Piceno; Reperti Urbani della provincia di Pesaro e, da Fermo, Urban Play.


Il comitato scientifico
Con l’ausilio di un comitato scientifico, hanno potuto censire una “collezione”, disseminata sul territorio marchigiano, formata da 120 opere, realizzate da 85 artisti, molti dei quali di fama internazionale, distribuite in oltre 40 Comuni.

Una piattaforma digitale - www.madam-museo.it – permette ora di conoscere la dislocazione dei murales, di disegnare gli itinerari e i percorsi alternativi, per raggiungere le località delle opere più significative, anche in bici. Autore delle indicazioni è Mauro Fumagalli, partner del progetto quale responsabile del cicloturismo: «Rintracciando opere sconosciute di street art, il turista scoprirà le bellezza del nostro territorio, e insieme il suo patrimonio d’arte di tutti i tempi». «Il nostro è un work in progress, perché un museo di tal genere – ha detto ieri Stefano Ferretti, referente del progetto e presidente dell’associazione capofila – è in continua evoluzione. L’Arte Urbana, una presenza molto forte nel tessuto sociale delle Marche, è per sua natura collettiva, inclusiva, perché proviene “dal basso”. Contiamo di coinvolgere molte altre associazioni, oltre a enti locali e privati, che collaborino ad arricchire la collezione, a divulgarla. Inoltre il progetto è rivolto anche alle scuole, con percorsi, workshop e laboratori per gli studenti. Per questo è particolarmente gradito e significativo il sostegno della Regione Marche».


Il progetto
Con i loro interventi, Monica Caputo, presidente di Pop Up Studio e responsabile della comunicazione, e Marco Marilungo, partner tecnologico, hanno illustrato le modalità di fruizione multimediale della piattaforma: il QRCode su locandine e manifesti, che pubblicizzano il museo a cielo aperto, permette di accedere col cellulare alla piattaforma e seguire gli itinerari proposti, rintracciare e raggiungere le opere. «Una proposta come questa – ha commentato l’assessore alla Cultura Giorgia Latini – si armonizza col Piano triennale della cultura e col Festival dei Borghi. Un nuovo tassello della promozione del patrimonio materiale e immateriale delle Marche».

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