“Que viva Frida!” e quel “cervo ferito”
che si rifugia nella pittura a Jesi

“Que viva Frida!” e quel “cervo ferito” che si rifugia nella pittura a Jesi
di Giovanni Filosa
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Giovedì 21 Maggio 2015, 21:34 - Ultimo aggiornamento: 21:35
JESI – Teatro di classe a Jesi con Salma Hayek. E’ la volta del “Piccolo” a San Giuseppe, teatro diventato negli ultimi tempi un vero e proprio punto di riferimento a Jesi, a salire agli onori della cronaca culturale. Il 22 e il 23 maggio, alle 21, andrà in scena “Que viva Frida!”, un racconto appassionato, introspettivo, su quella che è stata definita la maggiore pittrice messicana. Una vita tormentata, già raccontata ampiamente dal cinema con un film intitolato “Frida”, interpretato dalla straordinaria Salma Hayek.



Una donna attraversata da disgrazie fisiche, la cui vita trascorre tranquillamente fino al giorno in cui l’autobus che la portava a casa da scuola va fuori strada, provocandole diverse e serie ferite. Dopo mesi di riposo, ingessata nel letto di casa sua, Frida sente il bisogno di liberarsi, di mostrare alla famiglia che la sua situazione di infermità è solo temporanea, e che anche lei può aiutare suo padre economicamente; inizia quindi a dipingere.



Ne farà tanti, di incontri, Frida, dal matrimonio col pittore e sodale Diego Rivera alla relazione con Trosky. Il lavoro presentato al “Piccolo” di Jesi, vuole essere prima di tutto, un omaggio a Frida, alla sua forza, alla sua passione. L’artista si racconta, attraversando i temi che da sempre ne hanno influenzato la vita e la produzione artistica. Il suo amore adolescenziale per Alex - il ragazzo che si trovava con lei sull’autobus al momento dell’incidente - la sua relazione tormentata con Diego Rivera, il suo viaggio in America, le sue ripetute gravidanze mai portate a termine a causa dei gravi problemi fisici, sfiorando alcuni temi e stati d’animo che hanno caratterizzato lei e la sua pittura: il suo rapporto con il doppio, con l’altra parte di sé, con il dolore e la morte, la sua condizione di “cervo ferito” spesso mascherata da allegria, il suo rifugio nella pittura, il suo grido “Viva la Vida”.



Frida accompagna lo spettatore in un’atmosfera di sogno e lo spinge a condividere un pensiero, il suo, che “l’angoscia il dolore, il piacere e la morte non sono nient’altro che un processo per esistere”. Un racconto teatrale fatto di parole, musica, atmosfere e suggestioni evocatrici di una figura femminile che ha lasciato un segno importante nella storia della pittura e nel difficile percorso di affermazione della donna in genere. Sandra Cattaneo - oltre che interprete, autrice dello spettacolo - prende tra le mani, come oggetto prezioso, la vicenda umana e artistica di Frida Khalo, Cosimo Gallotta, Diego Rivera in scena - silenzioso e non ingombrante, con la sua musica sottolinea i passaggi emotivi più sottili dell’opera. Uno spettacolo che ha già collezionato molti riconoscimenti e premi, che ha coinvolto e appassionato centinaia di piazze in cui è stato presentato.
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