Pesaro, "Meteorite, gemello": la scultura di Icaro incontra la poesia di D'Elia per una doppia inaugurazione

"Meteorite, gemello": la scultura di Icaro incontra la poesia di D'Elia per una doppia inaugurazione

"Meteorite, gemello": la scultura di Icaro incontra la poesia di D'Elia per una doppia inaugurazione
"Meteorite, gemello": la scultura di Icaro incontra la poesia di D'Elia per una doppia inaugurazione
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Venerdì 19 Aprile 2024, 15:56

PESARO - Si inaugura oggi - con un doppio momento nei giardini di Rocca Costanza e alla Biblioteca di Villa Fastiggi - il secondo episodio del progetto di Pesaro 2024 che si interroga sul ruolo dell’arte nello spazio pubblico con una mostra e 12 opere d’arte permanenti nei Quartieri, nate dal dialogo con i cittadini. Per il Quartiere 4 - Villa Fastiggi - Villa Ceccolini, l’artista Paolo Icaro ha realizzato ‘Meteorite, gemello’ con una poesia di Gianni D’Elia.
Alle 17.30 a Rocca Costanza e alle 18.30 alla Biblioteca di Quartiere di Villa Fastiggi, sarà svelata l’opera ideata da Paolo Icaro, ‘Meteorite, gemello’, risultato della condivisione del percorso creativo tra l’artista e la comunità di riferimento. 

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"Meteorite, gemello" nasce dal desiderio di condividere un’unica opera d’arte attraverso un sistema di multiproprietà.

Si parte da una grande pietra divisa in due parti collocate in due luoghi diversi: una davanti alla Biblioteca di Quartiere di Villa Fastiggi, l’altra nel Quartiere 1 - Cento storico nei giardini prospicenti Rocca Costanza. La "separazione" svela la natura interna del monolite di granito verde e la porta alla luce del sole. Le due parti - che in estrema sintesi rappresentano l’intima relazione tra arte, natura e tecnologia - sono una metafora evidente dei sentimenti che legano i residenti del Quartiere 4 a quelli del centro storico. Le facce lisce delle due parti dell’opera, ottenute col taglio netto della pietra, sono disposte su un ideale asse spaziale, in un simbolico rimando di sguardi, un dialogo intenso sottolineato dai versi di Gianni D’Elia. Tratti dalla poesia ‘L’oro di Pesaro’, composta per l’occasione dal poeta, i due versi (Spezziamo un pan di pietra alla parola… Al verde meteorite della rima…) sono scolpiti sui lati delle due sculture a contatto con la terra, invisibili allo spettatore, come le radici dell’albero che forniscono linfa e nutrimento.

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