Secondo le accuse, dopo la separazione, lui avrebbe messo in atto una serie di comportamenti che hanno portato la giovane a denunciarlo. In particolare le aveva mandato numerosi messaggi sui social e su WhatsApp con minacce e rivendicazioni. Chat che avrebbero ingenerato nella 28enne uno stato d’ansia e un senso di soffocamento emotivo. Poi ci sarebbe stato anche un episodio di revenge porn in cui lui avrebbe diffuso una scena a luci rosse girata durante la convivenza inviando poi il video a degli amici tramite i social. Tra le accuse anche quella di violenza sessuale per aver preteso dei rapporti nonostante il rifiuto della ragazza. A novembre del 2022, desideroso di vedere la figlia, si era presentato sotto casa e aveva suonato il campanello, ma ad attenderlo c’erano i carabinieri che lo hanno arrestato per atti persecutori. Per lui non c’era il divieto di avvicinamento alla vittima, ma i suoi atteggiamenti avevano fatto partire la denuncia. L’arresto è stato convalidato e l’uomo è finito in carcere per un certo periodo, poi ora è tornato in libertà con il divieto di avvicinamento alla ex. Ieri mattina la ex compagna è stata sentita e ha confermato le accuse, il gup ha rinviato l’uomo a giudizio davanti al collegio del tribunale di Pesaro.
Non è stato l'unico caso
La donna non si è costituita parte civile. Non è stato l’unico caso di maltrattamenti nei confronti delle donne perché ieri mattina si è tenuto un lungo incidente probatorio per ascoltare una 45enne pesarese (assistita da Arturo Pardi) che ha denunciato l’ex compagno, 53enne (difeso da Enrico Maria Paci). Anche in questo caso tutto è partito da un arresto avvenuto nel novembre 2023. Il rapporto turbolento con l’ex convivente era arrivato al capolinea tra continui litigi e presunte prevaricazioni. Tanto che lei lo aveva denunciato. Ma nelle settimane successive lei aveva ritirato la querela e il caso era stato archiviato. L’uomo una sera di novembre era tornato in casa e l’aveva messa a soqquadro. Poi il giorno successivo è tornato nell’abitazione nel quartiere di Pantano. Avrebbe preso a calci la porta del condominio e quella di casa, poi è riuscito a entrare. La donna era stata veloce a scappare in cucina e chiudersi dentro. Per evitare che lui potesse sfondare la porta, in preda a scatti di ira e urla, aveva preso il tavolo e lo ha posizionato davanti alla maniglia. Contestualmente aveva chiamato i carabinieri che si sono precipitati sul posto e lo hanno trovato in casa. Di qui è scattato l’arresto per violazione di domicilio aggravata dal fatto di essere rimasto dentro l’abitazione contro la volontà della donna. E per maltrattamenti in famiglia. Ieri la signora ha confermato le accuse durante l’audizione.