La strategia
Già da tempo i pescatori sono portati a ridurre le giornate di pesca, per permettere la riproduzione del prodotto: «Noi riduciamo le giornate - spiega - e lo sforzo di pesca, ma sul mare non ci peschiamo solo noi. Il problema è che la categoria dello strascico, è quella più attaccata». La categoria sta facendo il possibile per cercare di resistere e portare sulle nostre tavole seppie, mazzancolle, pannocchie, triglie e calamari. «Stiamo facendo una pesca ravvicinata - precisa -: siamo dalle 8 alle 9 miglia dalla costa».
Pesce, qualità ok
«Ora vedremo i risultati - commenta -: la qualità del pesce è ok. Peccato per la quantità che va a diminuire. Quella dello strascico è una categoria martellata, nonostante abbiamo solo un’imbarcazione da 17 metri con un equipaggio di tre persone a bordo. Il nostro mare è praticamente una piscina. Le leggi europee hanno imposto la sottomisura, ma noi non abbiamo le grandezze dell’Oceano. Obbligano barchette da 17 metri a comportarsi come se avessero il capitano di una barca oceanica. Ci massacrano di tasse». Per non parlare dei costi del carburante. «Stiamo pagando 1 euro al litro di gasolio. La mia barca che ne consuma 1000 al giorno, ha una spesa di circa mille euro solo di gasolio. In più, veniamo da un mese e mezzo a terra, e quindi di manutenzione alle barche con relative spese. E al mercato speriamo che arrivi qualche commerciante in più. Il pesce si mangia anche d’inverno, sarebbe un peccato se comprassero pesce estero. Abbiamo fatto una riunione tra pescatori e commercianti. A Porto San Giorgio quest’anno ci sarà una barca in più. Puntiamo ad aumentare la domanda di pesce».