Se il clima cambia in fretta saranno i giovani a pagare

Se il clima cambia in fretta saranno i giovani a pagare

di Gianfranco Iacobone
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Mercoledì 20 Settembre 2023, 06:05

Ho letto con un po’ di sconcerto la lettera-opinione del professor Caputo Barucchi, che con piacere conosco, sulla questione del cambiamento climatico. In essa si sostiene che i cambiamenti ci sono sempre stati, anche drastici, e che i ragazzi che imbrattano le tele in difesa del clima farebbero bene a stare a casa. La mia è una formazione scientifica (sono medico) ma non credo sia necessaria una laurea o un dottorato per capire di cosa stiamo parlando. Personalmente ho imparato di più sul clima navigando a vela per cinquant’anni, in giro per il Mediterraneo, piuttosto che frequentando alcuni corsi di meteorologia. Il problema è sotto gli occhi di tutti, e non è nel fatto che questa estate sia stata molto calda (la più fresca dei prossimi vent’anni però, dice qualcuno). Caldo o fresco sono categorie soggettive, fino a che non si cominciano a mettere in fila alcuni dati. In questa estate ogni fronte di aria fresca che è arrivato dall’Atlantico, come normalmente arriva in estate a mitigare il caldo, ha prodotto eventi catastrofici in pianura Padana. Sappiamo che questo, in questa misura, non era mai successo. Chiunque vada in mare dice che le burrasche, sì, le abbiamo sempre avute ogni tanto, ma ora sono di una violenza ed una rapidità di insorgenza che sfuggono persino ai criteri di previsione che sono oggi molto più sofisticati di venti anni fa. Stiamo cominciando a percepire il cielo come ostile, non lo scrivo per catastrofismo. Chi ha pratica, come noi velisti, e per anni ha guardato in cielo per capire il tempo sa che oggi lo vediamo spesso “disturbato”, iroso direi, come se dovesse vendicarsi di qualcosa. Più prosaicamente, l’energia in gioco è molto maggiore di prima, e quando si incontrano masse di aria molto calde con masse fredde ciò che succede è proporzionale alla differenza di temperatura. Più alta la differenza, più violenti i fenomeni. Tornando alla lettera del professor Caputo Barucchi, i cambiamenti nel passato, è vero, ci sono stati, ma accadevano in decenni e a volte secoli, non in pochi anni. Non abbiamo bisogno di scomodare l’asse terrestre o le macchie solari per capire cosa succede ora.

Illustri accademici lo dicono da decenni: l’anidride carbonica in eccesso prodotta dall’uomo (e solo da noi) è passata nell’atmosfera da 315 a 420 millimoli tra il 1960 ed oggi, e di pari passo la temperatura media globale è passata da 15,6° a 16,7°, con una impennata a 17° nel 2023. Non scherziamo su questi numeri perché non sono rilevati dal termometro della casalinga sul balcone ma da migliaia di misurazioni satellitari. Il mare, il mio campo di interesse, è passato (temperatura media degli oceani in superficie alle medie latitudini) da 20,2° nel periodo 1982-2011 a 20,7° nel 2022 e addirittura a 21° nel 2023, uno scatto in avanti non previsto nemmeno da coloro che studiano il fenomeno. Questi dati sono stati accertati e validati da centinaia di studiosi coordinati dall’Ipcc (intergovernative panel on climate change, organismo dell’ONU) non da qualche associazione ambientalista. Tutte queste curve puntano verso l’alto in modo esponenziale e non accennano a “piegare” per cui, se non faremo qualcosa, e qualcosa di radicale come cambiare moltissime delle nostre abitudini e dei nostri modi di produrre, porteranno ad eventi sempre più catastrofici fino a rendere questo mondo invivibile anche per noi adulti, ma soprattutto per la prossima generazione. Solo i flussi migratori obbligati dai cambiamenti climatici fanno venire pensieri da incubo. E concludo con la prossima generazione, appunto. Quelli che imbrattano le tele col minestrone (lavabile). Sono azioni ingenue e anche controproducenti che non approvo. Ma che capisco. Perché i giovani sanno che pagheranno per questo disastro climatico, e che nessuno al momento sta facendo abbastanza. Anche loro, se non lo hanno capito, dovranno capire che non basta chiedere il cambiamento ma bisogna attuarlo anche nei propri comportamenti. Greta Thunberg lo ha capito e lo testimonia, spero che gli altri giovani la seguano in questi comportamenti apparentemente eccentrici. Non c’è tempo da perdere.

* Presidente di Assonautica di Ancona

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