ANCONA Viene aggredito al palazzetto mentre sta facendo servizio d’ordine nel corso di una partita di basket, rimediando un morso al dito. Un anno dopo, il poliziotto scopre di aver preso l’epatite B. Una malattia che gli cambia la vita. Riesce ad ottenere l’equo indennizzo e anche il distintivo d’onore che si conferisce a chi rimane ferito in servizio. Ma l’agente inizia anche l’iter per farsi riconoscere i benefici per le "Vittime del Dovere". L’istanza viene respinta dal Ministero.
Lo step
L’agente fa ricorso al Tar e, dopo un procedimento lungo 16 anni, perde ancora.
«La giurisprudenza amministrativa - si legge nella sentenza - ha affermato che è da considerarsi "Vittima del Dovere" solo chi, con l'espletamento di un servizio particolarmente rischioso incorre in un incidente violento che ne determini la morte o il ferimento». La partita di basket non è da annoverare tra gli eventi di «particolare pericolosità». Il morso, inoltre, non ha portato a una invalidità superiore all’80% o comunque tale da rendere l’agente inabile al servizio. Anzi, a seguito del morso, sono state rilevate «lievi alterazioni della funzionalità epatica». È improbabile il ricorso al Consiglio di Stato.