I 100 anni di Beppe Bartolucci: domani nella sala consiliare di Fratte Rosa un incontro con la figlia Gaia e Carlo Infante

I 100 anni di Beppe Bartolucci: domani nella sala consiliare di Fratte Rosa un incontro con la figlia Gaia e Carlo Infante
I 100 anni di Beppe Bartolucci: domani nella sala consiliare di Fratte Rosa un incontro con la figlia Gaia e Carlo Infante
di Elisabetta Marsigli
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Domenica 21 Aprile 2024, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 12:15

Ricordare i cent’anni dalla nascita, a Fratte Rosa, di Giuseppe, detto Beppe, Bartolucci, maestro del pensiero critico in ambito teatrale, scrittore raffinato, partigiano e fondatore della Postavanguardia, è l’evento d’esordio, nell’ambito di Pesaro 2024, della settimana che rende il comune di Fratte Rosa capitale della cultura.

La “Stanza di Peppe”

Proprio nel Comune di nascita di Bartolucci (18 agosto 1923), è infatti stato realizzato un archivio, la “Stanza di Beppe”, con l’idea di farlo diventare un punto di riferimento non solo per studiosi e ricercatori dell’ambito teatrale, ma anche per chi cerca ispirazione da un “maestro dello sguardo”, interrogandosi sui temi dell’innovazione culturale. Domani, lunedì 22 aprile, alle ore 18 nella Sala Vittoria del Consiglio comunale, si terrà un incontro pubblico con Carlo Infante e Gaia Bartolucci (figlia di Beppe) promotori dell’Archivio Bartolucci sulla “Memoria dell’Avanguardia” e sullo sviluppo della piattaforma web sulla Stanza di Beppe. Un momento a cui seguirà il talk-evento su un libro che vede la figura di Beppe Bartolucci come focus importante.

«Tutto è nato una decina di anni fa - racconta Infante - quando il sindaco di Fratte Rosa, Alessandro Avaltroni, chiamò la figlia di Beppe per realizzare qualcosa in memoria di suo padre. Gaia aveva tantissimo materiale, un archivio ricchissimo anche di appunti in cui ci sono riflessioni bellissime su come Beppe generava i suoi progetti, perché era un uomo di grande visione strategica, un rabdomante del teatro. Bartolucci non era un generico critico teatrale, rilevava i segnali delle trasformazioni. L’avanguardia di quegli anni non faceva solo spettacoli belli, affascinanti o perturbanti, faceva cose che portavano segnali di futuro, ben oltre lo spettacolo come oggetto culturale.

Gran parte di quella generazione aveva trasferito e riconvertito la propria energia rivoluzionaria nel mondo della performance».

Il QRcode

Infante è stato tra i primi a utilizzare le potenzialità del QRcode già dal gennaio 2007 «forse proprio sull’onda degli insegnamenti di Beppe, che scopriva le cose una generazione prima degli altri. E quello che vorremmo realizzare è uno spazio da non intendere solo come luogo di memoria documentale, ma punto d’osservazione sulle mutazioni culturali in atto». Un’attività sulla Memoria dell’Avanguardia e al contempo un Osservatorio sull’Innovazione e sulle Transizioni ecologiche e digitali.

«Tra l’altro Beppe lavorò tantissimo nelle Marche, partecipando a festival come quello di Polverigi e a TeatrOrizzonti a Urbino - afferma ancora Infante -. Ci piacerebbe che anche Amat accogliesse la nostra proposta di un progetto rivolto alle invenzioni della scena, quell’elemento di spinta iniziale di cui oggi abbiamo davvero bisogno, per fare della Stanza di Beppe un punto di osservazione un luogo di studio e di ricerca. E non penso sia un caso che la rassegna dedicata alla sperimentazione teatrale si chiami TeatrOltre, il titolo della rivista ideata da Bartolucci negli anni ’80».

Il vuoto

«Oggi - sottolinea sempre Infante - c’è un grande vuoto, con generazioni di artisti centrifugate dagli automatismi. Nel walk-about ascolteremo le voci di chi non solo ha voluto bene a Beppe, ma che gli deve tutto: da Tony Servillo a Romeo Castellucci, Alessandra Vanzi, Mario Martone. Uno sguardo sorprendente che andrebbe ri-sintonizzato su un’energia sperimentale nuova».

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