Pesaro, il Pd alza la voce dopo gli addii di Storti e Berselli: «La chiusura di reparti è nell’atto aziendale. L’assessore Saltamartini si dimetta»

Pesaro, il Pd alza la voce dopo gli addi di Storti e Berselli: «La chiusura di reparti è nell’atto aziendale. L’assessore Saltamartini si dimetta»
Pesaro, il Pd alza la voce dopo gli addi di Storti e Berselli: «La chiusura di reparti è nell’atto aziendale. L’assessore Saltamartini si dimetta»
di Thomas Delbianco
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Sabato 20 Aprile 2024, 01:40 - Ultimo aggiornamento: 13:05

PESARO - «Dimissioni di Storti e Berselli punta dell'iceberg del caos nella sanità provinciale. Ora Saltamartini si dimetta, lo faccia come atto di responsabilità». E' un attacco perentorio, quello del Pd provinciale, includendo i segretari di Pesaro e Fano, quella provinciale e i due consiglieri regionali espressione del territorio, nei confronti delle gestione della sanità da parte della giunta regionale. Nel mirino c'è soprattutto l'assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, di cui si chiedono le dimissioni. La conferenza stampa organizzata ieri dai dem arriva a seguito delle dimissioni della direttrice generale dell'Ast1 Nadia Storti, per il pre-pensionamento, e del direttore sanitario della stessa Ast, Edoardo Berselli, che si dedicherà esclusivamente a guidare l'Unità operativa complessa Qualità Accreditamento e Formazione.

«Le dimissioni di due figure apicali dell'Ast1 (tre nell’arco di 2 anni) gettano sconcerto e allarmano tutti quanti - rileva la segretaria provinciale Pd Rosetta Fulvi - Non siamo mai stati soddisfatti, ma oggi c'è un passo in avanti peggiorativo.

Va redatto l'atto aziendale, di cui ancora non si ha notizia, le liste di attesa sono in una situazione drammatica, non parliamo della mobilità passiva. La situazione è in grande difficoltà. Storti e Berselli hanno affrontato la pandemia con grande impegno. Berselli ha evidenziato che non riesce a sostenere un doppio carico di lavoro gravoso, questo succede perchè la Regione nel delineare le scelte in ambito sanitario, non si fa carico delle problematiche che ci sono a tutti i livelli. C'è una sensazione da parte dei cittadini di preoccupazione e abbandono. Chi ha generato tutto ciò è la Regione, a nelle figure di Acquaroli e Saltamartini. Per questo è necessario che l'assessore si prende la responsabilità di quanto accaduto, e rassegni le dimissioni».

Renato Claudio Minardi, segretario del Pd di Fano, rincara la dose: «La sanità della nostra provincia è nel caos più totale, perchè dopo la soppressione dell'azienda ospedaliera si è creata una grande confusione. Ad oggi non c'è l'atto aziendale e non ci sono le condizioni per gli operatori per lavorare al meglio. Il personale e tutta l'organizzazione dell'azienda ospedaliera si deve integrare con un rimescolamento di carte dove nessuno sa più cosa deve fare. A Fano è stato affossato il progetto di un ospedale di secondo livello con 300 posti letto, con la prospettiva alternativa di fare cosa? Non sappiamo quale sarà il futuro del Santa Croce. Reparti, posti letto e personale, su queste questioni non c'è una prospettiva per l'ospedale di Fano. L'atto aziendale verrà fuori dopo le elezioni, il 10 giugno, perchè non hanno il coraggio di dire cosa ci sarà sulla sanità nel nostro territorio. Il Dm70 è valido per tutti, anche per loro. Siamo molto preoccupati di queste doppie dimissioni, perchè la sanità è allo sbando e i cittadini non possono continuare a rivolgersi al privato e ad andare fuori regione».

Per Giampiero Bellucci, segretario Pd di Pesaro «la politica di questa giunta regionale è stata molto chiara sullo smantellamento, vedi Marche Nord e il progetto dell'ospedale di secondo livello a Muraglia. E le risposte? La nomina della Storti dava consapevolezza di essere una persona capace di gestire le problematiche sanitarie. Ma questa persona si è trovata di fronte all'impossibilità di coniugare una capacità professionale rispetto a indicazioni politiche che hanno prefigurato scenari nei quali un professionista non riesce a gestire la situazione. Non si può rispondere a tutto ciò con stizza e imbarazzo. Il presidente della Regione risponda su quel che sarà il futuro della nostra provincia». Sono intervenuti ieri in conferenza stampa anche i due consiglieri regionali Micaela Vitri ed Andrea Biancani. «Le dimissioni dei due dirigenti dell'Ast1 sono solo la punta dell'iceberg di un vero e proprio sfacelo della sanità regionale. L'avanzamento del Pnrr nelle Marche è al 25%. In base al rapporto Istat le persone che nelle Marche rinunciano alle cure sono quasi il 10%, terz'ultimi tra le regioni italiane, davanti ad una media nazionale del 7,6%. L'atto aziendale è già pronto: c'è scritto che i reparti a Pesaro e Fano si chiudono. Quell'atto aziendale non uscirà mai, ma i reparti si chiuderanno. E si spenderà sempre di più per i medici gettonisti. Lo dicono i dirigenti che sono andati via». Anche il Presidente della Provincia Giuseppe Paolini il quale ha manifestato «tanta preoccupazione sulla sanità provinciale».

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