In 10 anni scomparsa a Fano una piccola impresa su 5. Allarme Cna: «Impoverito il centro storico»

In 10 anni scomparsa a Fano una piccola impresa su 5. Allarme Cna: «Impoverito il centro storico».. L'incontro nella sala della Concordia del Minicipio
In 10 anni scomparsa a Fano una piccola impresa su 5. Allarme Cna: «Impoverito il centro storico».. L'incontro nella sala della Concordia del Minicipio
di Massimo Foghetti
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Mercoledì 17 Gennaio 2024, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 12:25

FANO Occorre agire prima che sia troppo tardi: negli ultimi dieci anni, dal 2013 al 2023 si è impoverita sensibilmente la presenza delle piccole imprese operanti nel centro storico di Fano.

Lo ha rilevato una ricerca condotta da Giovanni Dini, direttore del centro studi della associazione di categoria che è stato presentato lunedì pomeriggio, nella sala della Concordia del palazzo comunale, presente l’assessore alle attività produttive Etienn Lucarelli. 

Congiuntura sfavorevole

Si tratta di un fenomeno sia legato alle dinamiche congiunturali che si alternano anche a livello nazionale sia connesso al calo della popolazione. Nel comune di Fano la popolazione residente è iniziata a diminuire sistematicamente a partire dal 2013, invertendo un processo che dal 2001 era in continua crescita. Negli ultimi 10 anni è calata del 5,3 per cento, più che in provincia di Pesaro Urbino, più che in regione e assai più che nel Paese. Si è fermata anche la crescita della popolazione immigrata, attestandosi negli ultimi 5 anni al 6,8 per cento, una percentuale inferiore sia rispetto alla regione (8,6 per cento) che al Paese (8,5 per cento). Fano dunque non è più attrattiva non solo per gli immigrati, ma anche per i residenti dell’entroterra che intendono spostarsi sulla costa, il cui flusso è calato in maniera significativa.

Nel presentare lo studio, il direttore provinciale della Cna Moreno Bordoni non ha nascosto i riflessi non solo economici ma anche sociali che tale spopolamento di attività ha provocato. «Stiamo perdendo – ha detto – la nostra identità, il nostro artigianato artistico, la nostra gastronomia.

Non solo i borghi, ma anche i centri storici di importanti città come Fano si spopolano. Perdiamo l’originalità e il valore che esprime la nostra manifattura». Nel Comune di Fano l’artigianato cala del 20,4 per cento rispetto al 18,6 della provincia.

Visto calo nei trasporti

Il calo è più vistoso nel settore dei trasporti dove la percentuale è del 32,5 per cento, rispetto al 29,2 della provincia; segue con un 30,9 quello delle costruzioni, rispetto al 26,9 del dato provinciale. Si registra invece una crescita di imprese nel noleggio e servizi di supporto alle imprese; tiene il commercio-riparazioni di veicoli; si riduce drasticamente anche il numero delle imprese della ristorazione, delle attività professionali scientifiche e tecniche e dei servizi alla persona. Durante gli ultimi 10 anni le imprese attive (artigiane e non) nei servizi di alloggio e ristorazione calano di numero. In particolare sono venuti a mancare 23 ristoranti e 36 tra bar e altri esercizi simili senza cucina.

Occorrono investimenti

Mentre in controtendenza con la provincia dove si è rilevato un calo dell’11,1 per cento, il commercio fanese aumenta seppur di poco, del 2, 1 per cento, particolarmente forti risultano le perdite di esercizi non specializzati, con prevalenza di alimentari, di giornali e articoli di cartoleria in esercizi specializzati di abbigliamento e calzature e articoli in pelle e nel commercio ambulante di prodotti tessili, vestiti e scarpe. Questo però non significa, secondo quanto rilevato da Giovanni Dini, che diminuisce anche il numero degli addetti, perché se spariscono le piccole imprese, questi ultimi in linea di massima vengono assorbiti dalle imprese più strutturate. Tutto questo secondo il docente universitario della Politecnica Ilario Favaretto richiede una strategia urbanistica che incentivi gli investimenti e la componente tecnologica.

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