Omicidio a Fossombrone, Marina uccisa dal cognato con un colpo di pistola in fronte. Domani l'autopsia, il movente ancora un mistero

Omicidio a Fossombrone, Marina Luzi uccisa dal cognato mentre il compagno e la figlia di due anni giocano in piscina (Nella foto: Marina Luzi e il killer Andrea Marchionni)
Omicidio a Fossombrone, Marina Luzi uccisa dal cognato mentre il compagno e la figlia di due anni giocano in piscina (Nella foto: Marina Luzi e il killer Andrea Marchionni)
di Simonetta Marfoglia
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Mercoledì 26 Luglio 2023, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 16:02

FOSSOMBRONE - Il movente resta ancora un mistero, ma nella giornata di domani potrebbe essere effettuata domani l'autopsia sul corpo di Marina Luzi, la mamma di 40 anni uccisa ieri (martedì 26 luglio) con un colpo di pistola alla testa da Andrea Marchionni, il fratello del suo compagno, nella villetta bifamiliare dove entrambi vivevano a Fossombrone. L'uomo è accusato di omicidio volontario: ha sparato alla cognata con una Beretta semiautomatica, regolarmente detenuta a scopo sportivo.

La ricostruzione del femminicidio

Marchionni si è presentato alla caserma di Fossombrone intorno a mezzogiorno di una mattina immersa in un’afa di pece. Ma non era l’aria ammorbata di umidità a far agitare l’uomo, sudato e ansante, dallo sguardo vago: «Ho ucciso una donna, era mia cognata». Poche parole, ma lapidarie. Poi è rimasto in silenzio. Andrea Marchionni, 47 anni, falegname con velleità artistiche - ha un sito dove si definisce “pittore contemporaneo” vendendo copie di celebri capolavori - voleva costituirsi ai militari della stazione per quello che aveva commesso poco prima: l’omicidio di Marina Luzi, 40 anni, sua cognata, compagna del fratello Enrico e madre di una bimba di poco più di due anni.

La piccola che era con il papà a sgambettare nell’acqua della piscinetta vicino a casa mentre in casa lo zio uccideva la mamma con un colpo sparato a bruciapelo in fronte sulla soglia dell’abitazione. 


Il contesto


Un delitto choccante anche per quel movente tuttora sfuggente. I carabinieri della compagnia di Pesaro e la procura di Urbino escludono motivi passionali, dissidi o ragioni economiche. Un femminicidio, l’ennesimo, ma maturato in un contesto, anzi in un “non contesto” che lascia interdetti gli stessi inquirenti. «Dobbiamo approfondire, siamo appena agli inizi» ha detto il magistrato Simonetta Catani che ieri è rimasta a lungo nella casa del delitto insieme ai carabinieri del reparto Operativo del Comando provinciale di Pesaro e della Compagnia di Fano che conducono le indagini insieme ai colleghi di Fossombrone.

 


Dovranno ascoltare i familiari, i parenti e tutta le rete di contatti per capire, ammesso che si possa comprendere. Si passerà al setaccio tutta la vita dei protagonisti alla ricerca di elementi che possano fare luce sul perché (o i perchè) sfuggente. Solo Marchionni, che in serata doveva essere trasferito al carcere di Villa Fastiggi, al momento può rivelare cosa lo ha spinto ad ammazzare la donna con una Beretta semiautomatica in suo possesso e da lui regolarmente detenuta come arma per le competizioni sportive. Pistola che lui stesso ha poi consegnato agli increduli militari che lo hanno preso in consegna in caserma. Quando si è presentato alla stazione la teneva ancora stretta in pugno.


All’improvviso


Nulla in questo martedì di luglio appiccicato di caldo lasciava presagire la tragedia nella villetta bifamiliare nelle campagne di Fossombrone, zona Piancerreto, lungo via Pirandello. Ci si arriva per una viuzza sterrata, lasciando la strada principale. Nella bifamiliare con un ampio giardino risiedono i fratelli Marchionni, Andrea al piano superiore, sotto la famiglia del fratello Enrico. Il martedì è il turno di riposo di Enrico, che lavora come pizzaiolo, ed aveva portato la figlia a giocare fuori e a rinfrescarsi nella piccola piscina casalinga. Ieri mattina in casa c’erano rimasti solo Marina e Andrea. Andrea era nelle sue stanze. Un tipo solitario, taciturno, che parlava attraverso i suoi quadri, non a caso imitazioni di altre opere eccelse. All’improvviso, saranno state le 11.30 o poco prima, si è sentito uno sparo. Uno solo. Secco. Enrico è fuori ma lo sente non capisce cosa sta accadendo, pensa a chissà cosa ma non a quella cosa. E invece quando accorre in casa vede il fratello allontanarsi e dopo che è entrato, poco oltre la soglia trova la compagna a terra.

E’ successo che il fratello è sceso ed è entrato nell’appartamento dove c’era Marina e le ha sparato in fronte. Faccia a faccia. L’ha colpita e lei non ha avuto nemmeno tempo di gridare, o scappare. Forse neanche di sorprendersi per l’uomo che l’ha uccisa. E’ il compagno a dare l’allarme e a chiamare il 118 mentre tenta in tutti i modi di rianimarla. Ma non è stato possibile. Marina Luzi era morta sul colpo. Andrea Marchionni non ha detto una parola. Si è allontanato ad è andato in caserma a confessare. 


Fino a sera la villetta di via Pirandello è rimasta piantonata dai carabinieri in un via vai di familiari increduli di dolore. La stessa incredulità di Fossombrone: «Bravissime persone, non ci possiamo credere a quello che è successo, non può essere vero». Marina era geometra, oltre alla figlioletta e al compagno lascia una sorella gemella e la mamma. Enrico, lavora come pizzaiolo. Una coppia conosciuta a Fossombrone, una comunità che non arriva a 10mila abitanti. In serata il sindaco Massimo Berloni e la giunta hanno proclamato il lutto cittadino: «E’ il nostro modo per manifestare in modo tangibile e solenne il dolore di una comunità per il grave fatto che ha portato alla perdita della cara Marina».

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