Auditorium Scavolini, finalmente. Per patron Valter è una standing ovation. Foto e video

Auditorium Scavolini, finalmente. Per patron Valter è una standing ovation
Auditorium Scavolini, finalmente. Per patron Valter è una standing ovation
di Letizia Francesconi
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Venerdì 1 Marzo 2024, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 07:14

PESARO Un colpo d'occhio spettacolare. Il cuore pulsante di Pesaro è finalmente tornato a battere nel nuovo Auditorium Scavolini. L'emozione palpabile al taglio del nastro, i sorrisi e gli sguardi finalmente distesi del sindaco Matteo Ricci e degli assessori Riccardo Pozzi e Daniele Vimini. L'emozione soprattutto sul volto di Valter Scavolini a cui l'opera deve il suo nome. Tutto questo fra oltre 1500 spettatori nelle tribune, è stata l'inaugurazione del vecchio "tempio" della pallacanestro ora consacrato ad Auditorium . 

 
 


Colori simbolo


I colori: sul palco vestito dei colori di Pesaro 2024 si sono susseguiti gli interventi del sindaco Ricci, del vice e assessore alla Bellezza Vimini, dell'assessore al Fare Pozzi, ma inutile dire che l'attenzione e l'applauso più fragoroso, è stato tutto per lui, patron Scavolini.

A sua figlia Fabiana, alla moglie Marisa e al resto della famiglia è stata riservata la prima fila. L'Auditorium ha i colori del bianco e del rosso simbolo proprio della Scavolini ma anche il dorato sulle pareti per omaggiare l'arte. L'inciso: «C'è tutta l'emozione e l'orgoglio di arrivare fino in fondo - ha esordito così Matteo Ricci- e non vedevamo davvero l'ora dopo così tanto anni. Fin dall'inizio non mi convinceva abbattere quell' hangar che era stato ormai vent'anni fa dichiarato inagibile. Il tempo ci ha poi dato ragione. Mi sono fidato all'inizio del mio mandato di uno degli ingegneri migliori della nostra città, Alberto Paccapelo membro anche del Coni. Fu allora che presi la decisione di commissionare uno studio radicale che avrebbe portato alla sua ristrutturazione profonda e alla messa in sicurezza. Poi, è arrivato Valter. Ricordavo la sua parola data anni prima, e così decisi di chiamarlo. Fu sufficiente una sola telefonata, dove confermò senza nemmeno il bisogno di un incontro formale o di una stretta di mano, la parola e l'impegno economico dato tempo prima. È così che inizio l'avventura per la riapertura del vecchio hangar ora Auditorium. Una struttura intermedia di cui la nostra città aveva più che mai bisogno per affrontare la sfida da Capitale. Questo luogo da domani in poi saprà regalarci competitività e allora, che Palascavolini sia».

La storia: c'è un prima e c'è un dopo nella storia di quest'opera restituita ieri alla città, e porta il nome Scavolini. Il pubblico ha regalato a Valter una vera e propria standing ovation. Sul palco saluta le istituzioni e i suoi pesaresi. «Che cosa posso dire dopo un'accoglienza così- esclama- credo che questa nuova struttura rimarrà da oggi e per sempre gioiello di Pesaro. La nostra famiglia è orgogliosa di aver dato all'hangar il proprio nome. L'aneddoto che porto nel cuore? Certamente la vittoria del primo scudetto dove Pesaro era riuscita a vincere contro una metropoli come Milano. Che dire poi della festa sul lungomare con 12 mila e 700 pesaresi? Un sogno così credo non torni mai più, ma chi vivrà e vedrà quest'opera oggi potrà ancora sognare». 

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L’impegno


L'impegno: nelle parole dell'assessore al Fare Riccardo Pozzi, lo sforzo dell'ultimo miglio per raggiungere un traguardo lungo otto anni. Con lui sul palco ha voluto le imprese Zolfanelli, Gambini Mario e Imp.e. il direttore dei lavori Eros Giraldi e il dirigente delle Opere Pubbliche Maurizio Severini. «Gli ultimi due anni sono stati i più tosti. La pandemia prima e l'inflazione poi. Ma grazie a questi professionisti il nuovo Palas ha cambiato pelle. Edificio omologato Coni e pronto per accogliere quasi 1500 spettatori, impianto fotovoltaico, impiantistica a prova di risparmio energetico, nuova copertura in legno, sedute e allestimenti teatrali. La complessità di un cantiere articolato. Vecchio tino ribollente di sport e musica, che ora è patrimonio della città e delle nuove generazioni».
 

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