FANO - È emergenza idrica. Il presidente di Aset Paolo Reginelli lancia l’allarme. In un anno alquanto insolito per quanto riguarda le precipitazione piovose la siccità si fa sentire eccezionalmente in autunno, quando sono calate vistosamente le riserve d’acqua accumulate nei mesi di maggio e giugno, periodo cui sono seguiti mesi estremamente siccitosi. Di conseguenza è calato l’apporto del Metauro e si è impoverita la falda, aumentando la salinità dell’acqua.
I consumi razionati
Ieri in argomento è stata convocata una riunione d’urgenza, preceduta nei giorni scorsi dalla pubblicazione di un’ordinanza dell’amministrazione comunale che invita i cittadini a risparmiare l’acqua, limitandone drasticamente l’uso per l’inaffiamento di orti e giardini. «La situazione è molto seria – ha evidenziato Reginelli -. Quest’anno l’andamento delle condizioni atmosferiche è stato particolarmente avaro di pioggia. Gli ultimi temporali di una certa consistenza si sono verificati nel mese di giugno asciutti poi sono stati luglio e agosto, cui è seguito un settembre poco piovoso. In realtà questa è una situazione che si trascina dal 2017 e ogni anno che passa diventa sempre più critica».
Acqua con più metalli e sale
Anche lo scorso anno nel mese di dicembre non è mai apparsa la neve che è quella che sciogliendosi rifornisce gradatamente la falda idrica.
«Già pensiamo – ha aggiunto Reginelli – di mettere in funzione nel mese di dicembre il sistema di osmosi inversa che è stato realizzato apposta per soccorrere i momenti di emergenza con la prerogativa di abbattere a zero i nitrati che inquinano l’acqua dei pozzi. E’ un sistema in grado di generare 100 litri al secondo che aumentano con la miscelazione, grazie alla possibilità di tollerare una maggiore presenza di nitrati, il cui limite di guardia è fissato a 50 microgrammi litro. La soluzione del problema comunque è quella degli invasi. Senza costituire riserve d’acqua da utilizzare nei periodi critici come questo, difficilmente si uscirà dall’emergenza».
Gli invasi non puliti
Tre invasi, Ponte degli Alberi, Fossombrone, Furlo, esistenti nel fiume Metauro non sono sufficienti soprattutto perché necessitano di essere ripuliti per aumentarne la capienza, cosa che non viene fatta da molti anni.