Fiorello a Urbino per la consegna del Sigillo di Ateneo. Il sindaco Gambini arriva in ritardo: «Le vogliamo togliere queste salite?» VIDEO FOTO

Lo showman alla mamma Rosaria: "Sognavi un figlio laureato, ce l'abbiamo fatta"

Fiorello a Urbino per la consegna del Sigillo di Ateneo: «La mia vita un grande spettacolo»
Fiorello a Urbino per la consegna del Sigillo di Ateneo: «La mia vita un grande spettacolo»
di Maria Teresa Bianciardi
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Martedì 21 Maggio 2024, 11:41 - Ultimo aggiornamento: 19:07

URBINO - Applausi, risate e una Lectio magistralis che si trasforma in un vero show.  E' il giorno della cerimonia di Conferimento del Sigillo di Ateneo dell'Università di Urbino a Rosario Fiorello. Trentanni fa, codino e giacca colorata, riempiva la piazza ducale con il Karaoke. Oggi, con i capelli ormai brizzolati e toga d'ordinanza, ha tenuto una lectio magistralis davanti ad un'aula stracolma. 

«Mamma, sognavi un figlio laureato. Ce l'abbiamo fatta»

Appena ricevuto il Sigillo dalle mani del Rettore di Urbino, Giorgio Calcagnini, Fiorello si è rivolto alla mamma in sala: «C'è mia mamma qui, che sognava un figlio laureato...

Mamma! Ce l'abbiamo fatta,  di riffa o di raffa qualcosa l'abbiamo acchiappata»

L'esordio all'asilo, la squadra di calcio e l'allenatore con l'agenzia funebre

 

La Lectio Magistralis: «L'imprinting l'ho avuto dall'asilo, mi chiamarono per una recita dove dovevo interpretare Ulisse. Era un teatro ombre cinesi e quando cade il lenzuolo vedo il pubblico per la prima volta, tutti i genitori presenti entusiasti e questa ovazione mi galvanizzò, una gratificazione immensa che mi è rimasta. Poi feci le elemtari, le medie e non avevo lo spettacolo in testa: volevo fare il calciatore e cominciai a giocare nella squadra di Augusta e giravano con la macchina del funerale perchè l'allenatore aveva un'agenzia funebre e quando arrivavamo le formazioni avversarie si toccavano. Ma c'era qualcosa che non andava».

«Vedevo gli spettacoli dell'epoca, Valter Chiari, Paolo Panelli, Gino Bramieri, Pippo Baudo, Corrado e tutti mi incuriosivano. Poi iniziai con Radio Libera e lì Antonio Cacciaguerra (il mister con le pompe funebri) mi chiese di fare uno spot per la sua attività. Io facevo Jack lo squartatore con lo slogan finale... di riffa o di raffa ebbi successo».

La prima esperienza in un villaggio turistico

«Ad Agusta succede qualcosa che cambia la mia vita radicalmente: viene costruito un villaggio turistico della Valtur e mi presero come facchino di cucina. Faccio la prima settimana e dico: qui è durissima. Così comincio a cazzeggiare e divento amico dello chef che mi prende in cucina come aiutante di chef dei secondi e facevo sempre patate al forno. Attraverso l'oblò guardavo e vedevo che la vita stava là. Dove c'erano i camerieri. Ma ancora più vicino alle ragazze era il barman. E io stavo là.»

La gag con il sindaco Gambini ritardatario in platea

Nel frattempo in platea arriva in ritardo il sindaco Gambini e si siede in prima fila: «Lei arriva adesso? Si è perso tutto». E imita il discorso già fatto in time-laps tra l'ilarità generale.

«Il capovillaggio mi dice: devi fare l'animatore perchè sei nato per far divertire la gente.  Nel frattempon faccio il servizio militare nell'82, Car a Bari e poi in provincia di Pordenone. In quel periodo si riaffacciano le Brigate Rosse che assaltano le caserme per prendere le armi. E io divento un soldato, nelle guardie con il colpo in canna. Cioè il futuro re dei karaoke combatteva le Brigate Rosse!».

«Facendo l'animatore guadagnavo 120mila lire al mese e inizio a girare, vado in Africa improvvisando serate e spettacoli. Quando ho scoperto che le battute si potevano preparare, tutto è cambiato. Così oggi preparo una rete di protezione, il 60% dello spettacolo perchè comunque la Rai deve sapere se censurare qualcosa». E giù un'ovazione.

Arriva la crisi, il Festivalbar a Verona e Bibi Ballandi

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«Quando arrivi troppo in alto c'è sempre un momento in cui rischi di cadere. Così mi fermai e iniziai a fare programmi, tipo il Festivalbar. All'Arena di Verona, dovevano arrivare il Red Chili Pepper ma non arrivano: il patron del Festival mi dice di andare sul palco a improvvisare. Appena sento la prima risata inizio a cazzeggiare per 45 minuti. In prima fila c'era Bibi Ballandi, produttore degli show più grandi della Rai. Appena finisco viene dietro le quinte: tu devi fare il varietà su RaiUno». E così iniziò la mia carriera.

Il finale della Lectio Magistralis

«Io non ho mai avuto la velleità di diventare famoso. Se hai 10 milioni di follower pensi di essere Dio ma poi devi fare i conti con la realtà. Lo studio penso che sia la cosa più bella del mondo, io non ho potuto farlo perchè c'era anche bisogno di lavorare e non mi sono diplomato allo Scientifico, anzi ne avete qui diplomini oltre al Sigillo?». Standing ovation e selfie. Al sindaco di Urbino: «Sindaco le vogliamo levare queste salite?».

Le motivazioni della consegna del Sigillo di Ateneo

«Osservatore attento dell’uomo - si legge in uno dei passaggi contenuto nelle motivazioni del riconoscimento - ne interpreta le istanze più profonde con spirito pungente che mai si discosta dal garbo».

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