Buccia d’arancia, adiposità, inestetismo.
Tutti sinonimi di quella che molto più comunemente conosciamo con il nome di cellulite, una vera e propria piaga per le donne che, da quando è stata “inventata”, non fanno altro che combatterla a suon di diete, creme, trattamenti più o meno invasivi e persino operazioni chirurgiche. In realtà, fino agli anni ‘20 del secolo scorso, secondo la giornalista e scrittrice statunitense Naomi Wolf, era solo «carne di donna adulta», e di certo non era oggetto di studio medico e dibattito, né di sensi di colpa da parte delle donne. Nel libro di Maura Gancitano Specchio delle mie brame – La prigione della bellezza, è presente un capitolo che spiega la genesi del fenomeno cellulite, che non è in sostanza una malattia da cui si è affetti ma un fattore culturale, qualcosa che la società ha propinato all’universo femminile che iniziava a emanciparsi e a diventare una fetta di mercato interessante. Tutto questo perché l’idea di bellezza ha subito, con la società borghese, uno spostamento di significato, delineando dei rigidi parametri standardizzati mascherati da libertà che imprigionano le donne facendole sentire spesso inadeguate. Il risultato è che si è sempre alla ricerca di un ideale di perfezione inarrivabile con la stigmatizzazione della cellulite, il “male supremo”, che ci fa guardare al nostro corpo in modo molto critico. Negli ultimi tempi, con l’avvento della body positivity, si comincia a ragionare sull’oggettività di questi canoni e sul fatto che della buccia d’arancia ci si può prendere cura con trattamenti come fossero una coccola che si fa a se stesse, senza affanni, e con indulgenza verso il proprio corpo. Oggi le modelle in passerella e le celebrities stanno sdoganando il concetto di “magro è bello”, mostrando corpi dalle forme generose, spesso nemmeno tanto sodi. Corpi che trasudano umanità, bellezza e che hanno un aspetto sano, vero. Addirittura la stilista ed ex Spice Girl Posh, Victoria Beckham, in questi giorni si è esposta sul tema affermando che «desiderare di essere magri è un atteggiamento vecchio stile. Le donne di oggi vogliono apparire sane e curvy».
COME ORIENTARSI
Ecco quindi che con la bella stagione il corpo grida per essere liberato dagli abiti e la pelle torna a respirare.
EFFETTO RELAX
Chi vuole dedicarsi più tempo e relax può optare per il fango alle alghe marine di Leocrema (9,90 euro). L’alga laminaria, la fucus e quella rossa hanno proprietà drenanti che si combinano alla perfezione con quelle di guaranà e ippocastano, ingredienti conosciuti per le proprietà tonificanti. Contribuiscono a rassodare la pelle e a contrastare le adiposità localizzate. Le amanti della cosmetica bio possono puntare su ingredienti come uva e peperoncino per trattare la cellulite. Barò Cosmetics, punta sull’estratto di uva bio coltivata a Barolo per il Gel gambe drenante ad effetto freddo della linea Lift-up (59 euro), un concentrato antiossidante che protegge le cellule dall’azione dei radicali liberi e delle tossine, contiene il mentolo che ha un’azione rinfrescante immediata, l’escina che è vaso protettrice. La caffeina, poi, attiva il microcircolo favorendo l’eliminazione dei liquidi in eccesso, il mirtillo per normalizzare la fragilità dei capillari, la betulla con il suo effetto tonificante, detox e anticellulite combatte la ritenzione idrica, la centella asiatica drena e riduce il gonfiore e le foglie di vite per rinforzare e proteggere le pareti dei capillari.