«Tutto vero, via a marzo. Per noi valete solo l’1%». L’ad Intrieri: «D’accordo con Enac, pago le penali e tolgo il disturbo»

«Tutto vero, via a marzo. Per noi valete solo l’1%». L’ad Intrieri: «D’accordo con Enac, pago le penali e tolgo il disturbo»
«Tutto vero, via a marzo. Per noi valete solo l’1%». ​L’ad Intrieri: «D’accordo con Enac, pago le penali e tolgo il disturbo»
di Maria Cristina Benedetti
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Giovedì 8 Febbraio 2024, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 15:17

D’accordo su tutta la linea, Gaetano Intrieri. Non rinnega le coordinate dell’ultima tabella di volo, l’amministratore delegato di Aeroitalia: «Condivido al 100% le dichiarazioni rilasciate al vostro giornale da Pierluigi Di Palma, il presidente dell’Ente nazionale per l’aviazione civile: ha detto come stanno le cose. Tanto di cappello».

È irreversibile: via da marzo e subito un altro operatore a garantire i voli di continuità su Roma, Milano e Napoli?

«Esatto.

Dal prossimo mese: stop. Lasceremo la pista del Sanzio».

La vostra uscita di scena, in origine, era stata fissata a ottobre. Perché questa accelerata?

«Sono sorte ulteriori esigenze, considerando tutti gli attacchi inutili e dannosi che stiamo ricevendo. Sono andato all’Enac e ho detto basta. Sono disposto anche a pagare le penali».

Correggendo la rotta, cancellazioni, ritardi biblici, l’uso di un solo aeromobile (anziché i due previsti dal bando). Non sono solo critiche, ma fatti inoppugnabili.

«Ad Ancona sono accadute cose mai viste. Adesso noi lasciamo, è inutile parlare di quello che è successo. Mi auguro che possiate trovare una compagnia migliore di Aeroitalia, molto più seria, molto più tutto. Così da poter andare avanti con la continuità territoriale».

Qualcuno ha generato questa frattura? I dissapori con Marco Bruschini, direttore dell’Atim, l’Agenzia regionale per il turismo e l’internazionalizzazione, hanno contribuito a inasprire le posizioni?

«Non mi interessa più dire alcunché, la nostra posizione è chiara: siamo andati dalla nostra autorità, abbiamo detto come stanno le cose, siamo in sintonia con il presidente Enac».

Possibile che non voglia togliersi alcuna spina dal fianco?

«Perché cercare la polemica a tutti i costi?».

Più che individuare il punto di caduta, vorremmo una spiegazione.

«Non c’è. Ancona, parafrasando le tante cose lette in questi mesi, ha bisogno di una compagnia con spalle più robuste delle nostre, migliore della nostra e con grandi ambizioni. Direi la Delta o un’altra simile. È giusto così».

Sarcastico?

«No, ho detto che concordo: non siamo adatti alla Dorica. Non c’è un retropensiero».

Perché ritiene che non siate idonei?

«L’hanno detto le tante persone intervistate, non io. Ho solo preso atto. Mi permette?».

Prego.

«Si metta nei miei panni. Fatto 100 il fatturato di Aeroitalia lei sa quanto contribuisce Ancona? Con l’1%. Ora, secondo lei, per quell’1% posso andare per tribunali e leggere tutto quello che è stato scritto? Se fosse la Sardegna, che per noi significa un milione e 100mila passeggeri, avrebbe un senso. Ma per un territorio dove se si arriva a 22 viaggiatori sull’aereo esultiamo, no. Le cifre sono dalla nostra parte».

Le riveli.

«Dati pubblicati di recente indicano che siamo il vettore cresciuto di più nell’ultimo anno, il quarto per numero di passeggeri sul mercato italiano. Abbiamo superato quelli più antichi e grandi di noi. Parlare di Ancona e dell’Atim? Non ne posso più. Accetto qualsiasi cosa. Ce ne andiamo, punto. Dopodiché...».

Niente pausa di sospensione, continui.

«Pagheremo la penale, poi è da vedere se la dovremmo versare. La cosa bella è che l’Enac si sta attivando per cercare una soluzione, ma dovrebbe essere la Regione a farlo».

Il punto dolente del solo aereo che collega Roma e Milano. Ammetterà che non è stato un bell’affare.

«Non è vero niente, come le sanzioni: non ne abbiamo avuta nessuna, di nessun tipo. Come ciò che è stato scritto sui salvagente assenti a bordo: sarebbe un reato».

Mi perdoni l’insistenza, ma il 31 gennaio il volo per il capoluogo lombardo è decollato con oltre tre ore di ritardo: aspettava l’aeromobile, l’unico, che tornava dalla Capitale.

«È accaduto sei, sette volte: uno era guasto e per non cancellare del tutto la tratta abbiamo scelto questa soluzione. Qual è il problema? Si può fare, è previsto».

Il suo nemico Bruschini?

«Non l’ho mai più incontrato. Non è più un mio problema, ma di chi l’ha nominato per quel ruolo. Ergo, lo dovrebbe chiedere al governatore. Ora il problema è diventato suo, con evidenza».

Niente da fare?

«Aeroitalia da questo teatro vuole uscire. È andata dal suo regolatore: o le cose si aggiustano oppure via».

Che fa, cambia traiettoria?

«L’operatività così non funziona. Non si sistemerà nulla. Quello che faremo lo vedrete strada facendo. Vorrei evidenziare un’eccezione».

Ovvero?

«Non ho mai incontrato il vostro governatore. Da qui passano tutti i presidenti di regione, Acquaroli non l’ho mai visto. Strano, no?».

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