Elenco di richieste delle associazioni di categoria marchigiane: «Cari candidati in Ue ecco i dossier prioritari da portare a Bruxelles»

Elenco di richieste delle associazioni di categoria marchigiane: «Cari candidati in Ue ecco i dossier prioritari da portare a Bruxelles»
Elenco di richieste delle associazioni di categoria marchigiane: «Cari candidati in Ue ecco i dossier prioritari da portare a Bruxelles»
di Véronique Angeletti
4 Minuti di Lettura
Martedì 23 Aprile 2024, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 13:16

ANCONA Nonostante siano nella stessa circoscrizione delle majors Lazio e Toscana, le Marche nelle elezioni europee ci credono. E poco importa se l’ultima marchigiana eletta a Strasburgo è stata Luciana Sbarbati nel 2004. Qui, come in tutta Europa, almeno secondo l’ultimo Eurobarometro, si è ben consapevoli che le azioni dell’Ue hanno un impatto sulla vita quotidiana (73%) e pure che l’Ue porta vantaggi all’Italia e alla nostra regione (71%). Motivo per cui mentre i partiti si concentrano sui candidati, le associazioni di categoria hanno già stilato manifesti e programmi. 


Le ricette

Come il documento “Fabbrica Europa” di Confindustria che rimette l’industria al centro dell’agenda comunitaria con una politica basata sulle tre declinazioni della sostenibilità (ambientale, sociale ed economica); che tra le priorità punta alla transizione verde e digitale, alle infrastrutture, con il completamento della rete transeuropea di trasporto (Ten-T), all’applicazione uniforme del diritto Ue per rafforzare il mercato interno, all’equilibrio di bilancio, a una politica di coesione e investimenti. «Va creato un nuovo asset di debito comune europeo, sul modello del Next Generation Ue – osserva il numero uno degli industriali marchigiani Roberto Cardinali - E va implementata la riforma di Basilea 3 per il sistema bancario per supportare lo sviluppo delle imprese. Penso anche al rilancio di politiche attive del lavoro, alla formazione continua e al supporto di investimenti strategici in ricerca e innovazione». Confrontarsi con i candidati per ricordare l’importanza delle Pmi nell’economia dell’Italia è nell’agenda di Confartigianato in un contesto dove le Marche sono schiacciate tra il Sud molto agevolato ed un Nord che corre veloce. «Devono essere attivate – spiega il segretario marchigiano Gilberto Gasparoni – iniziative che possano garantire la competitività e stabilizzare i costi, modernizzare i sistemi produttivi, favorire la digitalizzazione, l’energia autoprodotta, la formazione, colmare il gap di infrastrutture. Interventi per facilitare l’accesso equo ai mercati, l’internazionalizzazione delle imprese. Studiare una parziale decontribuzione che vada a sostegno dell'intera economia ed in particolare di settori in crisi come la calzatura e il tessile evitando che si perdano occupazione, imprese, risorse umane e competenze».

Sono inquadrate in un vero e proprio manifesto con dieci macro-tematiche, le richieste della Cna. Vanno dalla sostenibilità energetica al completamento del mercato unico; dal proteggere il lavoro e il modello sociale agli investimenti per mantenere la leadership europea. «La sintesi del lavoro di tutti i territori d’Italia ma l’importante – incalza Moreno Bordoni, segretario Cna Marche – è che i partiti candidino persone che abbiano la professionalità e che lavorino veramente a Bruxelles per monitorare i lavori della Commissione europea». 

La visione

Per Camillo Catana Vallemani, il presidente dell’Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili, «se l’Europa è insostituibile per la gestione delle tematiche di interesse comune, l’Unione impone direttive con impostazioni standardizzanti, pertanto è compito dei parlamentari difendere le peculiarità nazionali e le differenze territoriali». Cita la normativa per il miglioramento delle classi energetiche che potrebbe procurare danni irreversibili nei centri storici o ancora l’effetto della Bolkestein sugli stabilimenti balneari sostituiti da franchising». «Le nostre istanze - dichiara Maria Letizia Gardoni - per il nuovo parlamento europeo e per i futuri eurodeputati italiani sono le stesse che abbiamo portato, insieme a tanti nostri colleghi agricoltori direttamente a Bruxelles. Vogliamo poter contare su un’Unione europea più vicina al nostro modello agricolo, che nei mercati si possa giocare con le stesse regole con scambi commerciali tra paesi basati sulla reciprocità degli alti standard europei, trasparenza nei confronti degli agricoltori con l’indicazione di origine su tutti i prodotti in commercio, un giusto prezzo riconosciuto agli agricoltori difesi dalle pratiche commerciali sleali, semplificazione normativa per i bandi Csr, un migliore accesso al credito e un più efficace contrasto alla fauna selvatica. Respingiamo con forza l’immagine – offerta da un certo tipo di Ue ideologica - dell’agricoltura come settore inquinante e ribadiamo invece la bontà del modello agricolo italiano per difendere l’ambiente, gli ecosistemi e la biodiversità». 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA