Dalle Marche agli Usa per la difesa dei cieli: il colosso Honeywell compra Civitanavi

Operazione da 200 milioni per l’hi-tech del volo automatizzato

Dalle Marche agli Usa per la difesa dei cieli: il colosso Honeywell punta su Civitanavi
Dalle Marche agli Usa per la difesa dei cieli: il colosso Honeywell punta su Civitanavi
di Maria Cristina Benedetti
5 Minuti di Lettura
Giovedì 28 Marzo 2024, 04:35 - Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 10:46

PEDASO Dalle Marche a Piazza Affari, passando per la Silicon Valley e ritorno negli Stati Uniti. Civitanavi Systems, testa nell’aerospazio, sede a Pedaso e la maestria di produrre sistemi di navigazione inerziale, entra nell’orbita della Honeywell, più d’un secolo di innovazione. La multinazionale americana, che opera nel controllo e nell’automazione industriale e, nel settore della Difesa, tra l’altro per l’aeronautica, ha lanciato un’offerta pubblica d’acquisto sul 100% di quel gioiello made in Marche. Obiettivo: il delisting, il ritiro del titolo dal listino della Borsa, fissando un prezzo di 6,3 euro per azione.

I paradigmi

Un’operazione da 200 milioni nel segno dell’integrazione. La company fermana gravita nel campo d’azione di un network internazionale; il colosso a stelle e strisce sarà in grado di offrire un insieme più ampio di tecnologie. Appena tre giorni fa Andrea Pizzarulli, il fondatore del vanto locale quotato su Euronext Growth Milan, il mercato per le piccole e medie imprese di Piazza Affari, sulle colonne del nostro giornale rovesciava i paradigmi in questa terra bordata di Adriatico e della levità delle colline. «Perché - rilanciava con una domanda retorica - dovrebbe essere un rischio se le aziende acquisite marchigiane mantenessero la produzione in Italia? Nessuno le compra per portarle via da dove stanno».

Una dichiarazione che seguiva l’annuncio del forte interesse di Mr Calzedonia per il verdicchio (al top di gamma) di Villa Bucci, e presagiva la mossa di Honeywell.

Il segno

Le fondamenta della manovra sono incise tra le righe d’una nota ufficiale che ne rivela i dettagli: «L’acquisizione - afferma il gruppo Usa - rafforzerà le nostre capacità di aiutare i clienti a creare dispositivi di applicazioni di volo autonomo negli aerei e in altri veicoli, e supporterà l’allineamento del nostro portafoglio attorno a tre megatrend, tra cui il futuro dell’aviazione e dell’automazione». Il gigante degli States, quotato al Nasdaq, da 131 miliardi di capitalizzazione, ha già ottenuto l’impegno dell’azionista di controllo di Civitanavi, che possiede il 66% delle azioni in circolazione, a portarle in adesione all’offerta pubblica di acquisto. Tradotto: è una vendita concordata per quella che, in controtendenza in questa regione del fare, non è nata come impresa di famiglia, ma sotto il segno dell’innovazione allo stato puro. Pizzarulli, il suo fondatore, classe 1974, è un cervello di ritorno: nato a Civitanova, laurea in ingegneria elettronica alla Politecnica, anni passati nella Valle del silicio, a San Francisco, dal 2012 è di nuovo qui. In dieci anni passa dallo stato di start up alla quotazione in Borsa. «Una scelta fatta per la voglia di crescere, per essere grande impresa e attirare talenti», è il sottotitolo piazzato sotto la foto di rito al debutto a Piazza Affari, con il tradizionale suono della campanella. Gli ingredienti della favola bella ci sono tutti: il rientro dagli Stati Uniti, la ripartenza da un garage, quello dell’ex fabbrica di scarpe dei genitori, la citazione di Bill Gates. La sua formula: sfruttare le esperienze precedenti - telecomunicazione in fibra ottica e navigazione satellitare - e seguire il fattore umano. Niente banche, né venture capital ma investitori strategici, soggetti che si muovono nel suo campo d’azione. Per quei sensori - preziosi per aerei, sottomarini e oleodotti - è un’autostrada: spazio e sistemi di difesa sono linfa e business. Esercito e Marina sono al top nel suo portafoglio clienti. Si produce in Italia - tra Pedaso e Ardea, a due passi da Roma - e si fanno affari nel mondo. In dieci anni il team d’esordio di sei persone arriva a quota 125. Al 31 dicembre 2023 i ricavi sono pari a 45,9 milioni, con una crescita del 33% rispetto al 2022. Da inizio anno il titolo ha guadagnato il 36%, solo ieri è cresciuto del 14% a 6,18 euro.

Le soluzioni

Logica della convergenza. Per Civitanavi e Honeywell è la stessa narrazione di successo nello sviluppo di trovate futuristiche per tracciare la posizione e l’orientamento di un veicolo, utilizzando accelerometri, sensori e giroscopi. L’offerta di una completerà il business dell’altra. La lettura in filigrana l’ha suggerita ieri in un editoriale sul Corriere Adriatico il prof Donato Iacobucci: l’ingresso di multinazionali in un territorio stimola l’adozione di pratiche manageriali più efficienti in tutte le imprese della zona. L’altro lato della stessa medaglia: la perdita del controllo può determinare una minore attenzione verso il territorio e lo spostamento all’estero delle funzioni e dell’occupazione di più alto livello. Altro giro: la presenza di flussi di investimento verso la regione è un indicatore di attrattività. Pausa: su tutta l’operazione incombe il golden power del governo. I poteri speciali che, in Italia, l’esecutivo può esercitare nei settori strategici per tutelare l’interessa e la sicurezza nazionali. La bussola.

© RIPRODUZIONE RISERVATA